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Bianchin (La Gazzetta dello Sport): «Vi spiego il Milan di Fonseca e il mercato dei rossoneri. Morata? OTTIMA soluzione da 15 gol a stagione, su Pavlovic, Emerson Royal e Camarda…» – ESCLUSIVA

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Il giornalista de La Gazzetta dello Sport Luca Bianchin è intervenuto in esclusiva a MilanNews24: tutte le dichiarazioni

Il nuovo Milan di Fonseca tra calciomercato e giovani: questi e tanti altri temi sono stati trattati dal giornalista de La Gazzetta dello Sport Luca Bianchin, intervenuto in esclusiva a Milannews24.

Il Milan è al lavoro per chiudere altri colpi. In difesa il nome di Pavlovic è forte come lo era quello del terzino Emerson Royal. Come è la situazione legata a questi due giocatori?

«Il prossimo giocatore che attendo al Milan è Pavlovic. Mi aspetto che i prossimi giorni siano decisivi per il difensore. Il Milan ha deciso di fare un investimento in difesa per aggiungere un possibile titolare, un mancino che mancava nella rosa e soprattutto un giocatore cattivo agonisticamente che, secondo questa dirigenza, potrebbe far bene. C’è l’accordo col giocatore e si parla col Salisburgo con una ridotta distanza tra le parti».

«Per Emerson Royal, il dialogo con il Tottenham e soprattutto con il giocatore continua da tempo. Sembrava che il Milan avesse scelto di procedere per altre priorità, ora le possibilità sono in risalita».

Il Milan ha concluso il primo colpo di mercato con l’acquisto di Morata. Secondo lei, arriverà un altro attaccante o si darà priorità ad altri reparti?

«Credo che possa arrivare un altro attaccante, magari con Jovic in uscita: per lui la tournée può essere importante. Si lavorerà sul centrocampista difensivo e sul terzino destro».

Morata non era sicuramente l’obiettivo primario del Milan in attacco ma a queste cifre e condizioni si potrebbe rivelare un ottimo affare. Cosa ne pensa e come vede l’attacco rossonero del prossimo anno?

«Il mercato è come stare su una barca a vela, non sempre decidi tu dove andare. Io credo che il Milan abbia avuto il vantaggio, in questo mercato, di decidere di non chiudere l’operazione con Zirkzee. Bisogna avere sempre chiari dei principi quando si parla di mercato Milan: uno di questi è quello che il club, per una determinata posizione, segue diversi giocatori e valuta molto attentamente le opportunità di mercato. Di conseguenza ad arrivare non sempre è il giocatore preferito ma è il giocatore con il miglior rapporto qualità prezzo. Il contrario di quanto accaduto con De Ketelaere che è stato battezzato a un certo punto dell’estate 2022 superando Ziyech e altri obiettivi»

«Morata, per rapporto qualità prezzo, è un’ottima soluzione. Io credo che il Milan con Morata abbia alzato nettamente le probabilità di raggiungere quello che è l’obiettivo minimo stagionale, cioè il quarto posto. È un acquisto assolutamente di garanzia, un giocatore di spessore internazionale, che fa 15 gol in tutte le stagioni da qualche anno, che ha classe e, soprattutto, che può aiutare i compagni a rendere. 

Secondo me, l’arrivo di Morata, è un’ottima notizia per Leao. Non sarà l’attaccante giovane su cui costruire un ciclo ma, sicuramente, ha ancora due o tre anni di qualità davanti. Ovviamente non sarà l’attaccante per i prossimi 10 anni e nemmeno quello rivendibile magari tra due o tre anni a 80 milioni di euro come potevano essere Zirkzee o Sesko. Ma visto anche come ha fruttato la scelta di Giroud, la soluzione di esperienza è stata valutata e scelta».

La scorsa stagione si è conclusa con un secondo posto e con le tante polemiche dei tifosi. Quanto sarà difficile per Fonseca mettere a tacere le voci e imporsi in Serie A nella sua seconda avventura in Italia? Su cosa dovrà lavorare maggiormente per quanto riguarda l’ambiente rossonero?

«Credo che gli abbonamenti testimoniano come l’amore per il Milan sia talmente forte da andare oltre le critiche. Io penso che ci sarà un’apertura di credito alla squadra. Non mi aspetto che si ricominci dai silenzi di curva che abbiamo visto nel finale della scorsa stagione. Credo che il mercato dovrà ancora dire qualcosa in questo senso, con alcuni acquisti il clima magari sarà più positivo. Il derby arriva presto e Fonseca, vincendolo, sistemerebbe molto l’ambiente e cambierebbe completamente l’atmosfera sulla squadra che al momento è tiepida».

Sul Fonseca che vedremo “in campo”: modulo e idee di gioco. Quanto cambierà il Milan rispetto a quello visto con Pioli e cosa potrebbe fare la differenza sul piano tattico rispetto alla scorsa stagione?

«Io credo che vedremo un Milan molto diverso. Pioli cercava di sfruttare le caratteristiche di questa rosa giocando uomo su uomo, tutto campo. Il suo Milan negli ultimi anni è stato una squadra di transizioni, che recuperava palla e ripartiva verticale. 
Fonseca è un allenatore molto offensivo e ama molto di più il possesso. Il Lille era secondo per possesso palla nella zona centrale del campo con i centrocampisti che palleggiano maggiormente per gestire la partita. Mi aspetto, quindi, una differenza per quello che verrà chiesto, ad esempio, a Loftus-Cheek che non sarà più solamente un giocatore da attacco area».

«Inoltre mi aspetto un Milan che difenda in maniera differente, vedremo la difesa a quattro e magari alcuni giocatori usati in maniera un po’ diversa. Per esempio, mi chiedo se Pulisic sarà soltanto l’esterno destro, come era stato per tutta la scorsa stagione, o magari se ci possa essere una tentazione di usarlo da trequartista o a sinistra quando non ci sarà Leao. Ovviamente anche Morata è molto diverso da Giroud, ci sarà un centravanti che si muove di più e che sarà più cercabile con altre soluzioni rispetto al cross».

E sul prossimo campionato…

«Il Milan è sicuramente una delle quattro squadre più forti del campionato. Quest’anno ci sarà più concorrenza rispetto allo scorso per arrivare nelle prime 4 con Napoli e Juventus che, al netto dei grandi imprevisti del calcio, sembrano decisamente competitive».

In un’intervista dello scorso settembre, parlando di Camarda, diceva che sono già stati rovinati un po’ troppi giocatori, lanciati troppo presto. Dopo una grande stagione, il primo contratto e l’esplosione in Europa dei suoi coetanei, pensa ancora che sia “troppo presto” per lanciarlo e dargli minuti in prima squadra? Cosa ne pensa del progetto seconda squadra?

«Sono sempre incuriosito e interessato dalle seconda squadre fin dall’inizio con la Juventus. È una soluzione interessante per tanti motivi. Perché serve un gradino di mezzo tra la Primavera e la prima squadra e perché è bene che i ragazzi giochino con gli adulti. Inoltre una delle grandi differenze con Spagna e Francia è che all’estero i ragazzi diventano prima uomini mentre i nostri spesso a 21 anni sono più simili a come erano a 18,19 anni».

«Camarda? Resto dell’idea che alcuni ragazzi sono stati bruciati in passato dai soldi, dalla fama. Nel suo caso mi sembra che abbia una mentalità non indifferente, un’applicazione indiscutibile fino a questo momento anche se è ancora da testare sotto tanti punti di vista. È già stato sottoposto ad alcune prove come nessun altro sedicenne nella storia recente del calcio italiano».

«Inserirlo in prima squadra? Mi sembra ancora una forzatura, sicuramente avrà dei minuti, penso che il Milan lo potrà inserire nella rosa della prima squadra come terzo attaccante, senza mettergli il peso di aspettative esagerate. I numeri dicono già tutto, un passo alla volta. Yamal è un riferimento ma non dimentichiamoci che i fenomeni non sono replicabili, l’avevo visto un anno fa in Milan Barcellona e in un anno ha vinto un Europeo da protagonista. Pensare che Camarda possa fare così tanto è ingeneroso e non gli metterei questo peso»

Si ringrazia Luca Bianchin per la disponibilità e la gentilezza mostrata in questa intervista.

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