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Boateng: «In 11 anni non è cambiato nulla. Maignan? L’ho sentito e se vorrà farò questo per lui»

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Boateng: «In 11 anni non è cambiato nulla. Maignan? L’ho sentito e se vorrà farò questo per lui». Le sue parole alla Gazzetta

Kevin Prince Boateng è intervenuto ai microfoni della Gazzetta dello Sport per parlare del caso Maignan. Le parole dell’ex Milan.

11 ANNI DOPO POCHI PASSI IN AVANTI – «Pochi? Direi zero. Se il portiere del Milan deve abbandonare il campo significa che non è successo nulla. Non è più nemmeno una cosa triste, è semplicemente vergognosa. Lo capisco al cento per cento quando minaccia di non giocare più. E sono cose che succedono in svariati paesi europei»

SOLUZIONE – «Intanto occorre che un maggior numero di giocatori trovino il coraggio che ha trovato Maignan. A parlare e a esporci siamo sempre e solo quelli di colore. Non basta più lo slogan ‘basta col razzismo’, servono calciatori di tutte le nazionalità che prendano posizione. Perché dobbiamo metterci nei panni dei giocatori di colore che tutti i giorni si svegliano e sanno di poter avere un problema per la loro pelle»

HA CONTATTATO MAIGNAN – «Gli ho scritto due volte, lui è un ragazzo fenomenale. Lo posso aiutare, stiamo lavorando per cambiare le cose. Se lo vorrà, andrò a trovarlo a Milanello, perché ha bisogno di una mano. Anche se magari dice di stare bene, non sai mai come una persona poi reagisce nel suo intimo»

STADIO CHIUSO – «Degli stadi vuoti importa poco. La gente si mette davanti alla tv per una volta e quella dopo torna allo stadio come se nulla fosse successo. Se invece squadra perde, il tifoso viene punto nel vivo. Questa sì che sarebbe una sanzione che fa riflettere. Servono anche più telecamere e microfoni, così si arriva subito al colpevole. Invece sei mesi di stadio chiuso, come dice Zoro, può essere un’idea. Se le sanzioni non sono forti, il mondo non cambia. Una giornata di chiusura a Udine è uno scherzo, una sanzione che mi fa ridere. Qualcosa che non fa paura alla gente. Però serve l’appoggio di tutti, è troppi anni che se ne parla»

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