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Boateng rivela: “L’episodio che mi costò minacce di morte”

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Il noto quotidiano tedesco Bild ha rivelato in anteprima alcuni spezzoni dell’autobiografia di Kevin Prince Boateng, in vendita da domani. Davvero eclatante, in particolare, è il passo in cui il Boa parla dell’astio reciproco tra lui e Ballack, acuito dall’episodio che costò al tedesco la partecipazione al Mondiale sudafricano del 2010. L’evento cruciale avviene durante la finale di FA Cup tra Chelsea e Portsmouth – 27 giorni prima del via al torneo intercontinentale – quando Prince, con un’entrata dura ai danni di Ballack, ne provoca la sostituzione e il “salto” della rassegna iridata:

“Durante la partita Ballack mi ha dato uno schiaffo. L’arbitro Chris Foy però non se ne accorse. In molti nei talk show dei giorni successivi dissero che avevo premeditato di fargli male per fargli saltare il Mondiale. Sono stupidaggini, chi lo dice non ha mai giocato a calcio. In quasi ogni partita ci sono scontri del genere. Non si pensa ai Mondiali in quei momenti. Lui dovette uscire, io presi il giallo. Per me la storia era finita lì”.

Ma come detto, fra Boateng e Ballack non è mai scorso buon sangue:

“Avevo 18 anni la prima volta che lo affrontai. Fin dal nostro primo incontro in Bundesliga (lui al Bayern io all’Hertha), avevamo avuto qualche scontro. Michael mi pestò volontariamente il piede e mi disse: ‘stai zitto, chi pensi di essere?’. Io gli risposi: ‘tu chi pensi di essere’. ‘Io sono una star’, replicò. ‘Anche le stelle cadono’ gli dissi. Comunque per me quello scontro del 2010 non era nulla di drammatico. Cose che capitano. Invece il lunedì sera il fallo era il tema principale nei talk”.

“La cosa ironica di tutta questa storia è che qualche nazionale tedesco mi ringraziò. ‘Bene che non c’è’, mi scrissero. All’interno della squadra non era ben visto. Nessuno era contento saltasse i Mondiali, io per primo non lo ero, ma alcuni pensavano che senza di lui sarebbe stato perfino meglio. In situazioni del genere sei sempre solo. Una sera stavo portando fuori la spazzatura. Un signore sugli 80 mi vide e mi fece il dito medio. Mi rigarono la macchina. Oggi saprei gestirlo, all’epoca no. Le cose peggiori furono le minacce di morte. Mi arrivarono lettere a casa nelle quali mi veniva scritto: ‘Negro, bisognerebbe ucciderti col gas’, oppure ‘Stupreremo la tua donna’. Queste carinerie le denunciai alla polizia. Mi muovevo solo con le guardie del corpo. Mio fratello mi consigliò di scusarmi personalmente, ma io lo avevo fatto sul campo, anche se Ballack ancora oggi nega”.

 

 

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