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Boban ai microfoni di Milan Tv: «Una decisione di cuore»
Boban dinnanzi i microfoni di Milan Tv fa trapelare le prime emozioni e motivazioni della sua scelta di ritornare al Milan
Non si sono fatte attendere le prime parole di Boban dinnanzi a Milan Tv, attraverso il quale ha espresso le proprie motivazioni che l’hanno spinto a tornare al Milan, la maturazione ottenuta in quest’ultimi anni, il rapporto con i nuovi colleghi rossoneri e soprattutto i primi pensieri a riguardo del neo-allenatore Marco Giampaolo.
Il ritorno di Boban a Milanello, quanto può dare al Milan?
«Sono felice di aver preso questa decisione. Alla fine una decisione di cuore va bene sempre; non ho problemi nello sbagliare o nell’avere successo, ho il problema di non provarci: sono tornato nella squadra che amo. Credo che posso portare tanta passione ed esperienza calcistica, soprattutto nelle conoscenze di calcio, nei calciatori ma anche come dirigente credo di essere un po’ navigato. Conosco bene le istituzioni, i ritmi comunicativi… dovrò fare il playmaker tra la parte sportiva e quella amministrativa. Credo che potrò dare un enorme contributo al Milan».
Rapporto con Maldini e Massara
«Con Paolo ho rapporto bellissimo come se fosse un fratello, ormai da tanto tempo. Siamo rimasti in contatto anche dopo la conclusione delle rispettive carriere: c’è tanta amicizia, tanto rispetto, tanti valori condivisi e idee calcistiche simili, specie sul Milan. Su questo non avevo nessun dubbio». Invece, «Frederic non lo conoscevo ma dopo il primo meeting ho capito subito che fosse una persona per bene, che capisce e conosce il calcio, ci da una grande ampiezza nel panorama dei calciatori: conosce i calciatori, i club sia dalle leghe inferiori a quelle maggiori».
Come giocherebbe Boban con Giampaolo?
«Nella mia carriera ho ricoperto tutti i ruoli in tutti i moduli: cambiando dal numero 10 al playmaker, facendo il mediano davanti alla difese per la nazionale, giocando in difesa e correndo lungo le fasce. Quindi credo che mi avrebbe usato molto bene in quei quattro ruoli, sempre che saranno quattro, di centrocampo nel 4-3-1-2».
Cosa ne pensa di Giampaolo?
«Credo che sia una persona speciale, un allenatore speciale. Ha fatto tanto e anche bene ma, anche sbagliando ha fatto bene perché ha creduto nelle sue idee, revisionandole poiché è una persona intelligente. Importantissime le parole di ieri dove ha detto che senza la qualità dei giocatori non vinci, non basta il modulo. Prima deve capire i giocatori, deve chiedere direttamente a loro quello che possono dare, così da valutarli definitivamente e terminare questo primo step di valutazione. Poi dopo sarà necessario integrarli all’interno del modulo. Infine terzo, perfezionarlo e automatizzarlo. Un processo naturale sopratutto per un allenatore così».