Borini: «Al Milan ho sempre dato priorità alla squadra. Rinnovo Calhanoglu? Ecco il mio consiglio»
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Borini: «Al Milan ho sempre dato priorità alla squadra. Rinnovo Calhanoglu? Ecco il mio consiglio»

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L’ex attaccante rossonero Fabio Borini è tornato sull’esperienza vissuta in rossonero e ha commentato il momento vissuto dal Diavolo

Intervenuto ai microfoni di calciomercato.com, l’ex attaccante rossonero Fabio Borini è tornato sulla sua esperienza con la maglia del Milan. Queste le sue parole:

«Al Milan ho fatto meno l’attaccante che da altre parti (ride, ndr), questo è sicuro. No, avrei dato comunque una disponibilità totale perché così facendo mi sono tolto la soddisfazione di giocare di più. Davanti avevo gente forte come Calhanoglu e Suso, mi sarei tolto delle ulteriori possibilità di giocare. Ho sempre dato priorità alla squadra, è lavoro del mister quello di capire dove posso essere utile alla squadra. Dire di no a certe opportunità è come spararsi sui piedi»

Su Calhanoglu – «Non sono affatto sorpreso. Si vedeva che ce l’aveva, che voleva tirare fuori tutta la sua personalità. Solo che è un personaggio molto sensibile, da fuori non si vede. Qualche situazione non in suo controllo, come i cambi di allenatore e l’instabilità societaria, hanno influito. Sensibile non vuole dire essere debole, anzi è il contrario. Adesso si sta vedendo, con un po’ più di supporto e con la forza che danno i risultati e i compagni, cosa può dare in campo. Forse, secondo me, può fare ancora un po’ di più»

Sul rinnovo del turco – «Vedendo com’è andata nella mia esperienza, che è comunque diversa rispetto alla sua, il Covid influenza molto nell’arrivare a scadenza nel 2020 o 2021. E’ un’altra roba essere a scadenza in questi tempi, quindi gli consiglierei assolutamente di rinnovare»

Sul match contro lo Stella Rossa – «Le finali che abbiamo giocato di coppa Italia e Supercoppa, che potevamo portare dei trofei in più. E i momenti europei, l’habitat naturale del club. La Stella Rossa è un avversario ostico con un campo ostico, che ci siano o non ci siano i tifosi. In qualche modo si faranno sentire o vedere i loro tifosi, un modo lo trovano. Sono le cose belle del calcio, io in Turchia sto vivendo questo tipo di situazioni. Il Karagümrük è una delle squadre con una grande tradizione ma che era un po’ sparita dai radar. Una buona parte dei tifosi di Fenerbahce, Besiktas e Galatasaray era originariamente del Karagümrük e si sono spostati. Speravo di giocare con qualche stadio aperto, qui i tifosi si fanno sentire molto. Io preferisco giocare sotto la pressione del tifoso piuttosto che con lo stadio vuoto. Mi carico con il sostegno dei tifosi, anche semplicemente con una scivolata, penso si veda in campo. Tutto questo deriva dalla mia esperienza nel calcio inglese. Io avevo giocato qui sul campo del Besiktas, c’erano già 60.000 tifosi a fischiarti due ore prima del fischio d’inizio»

Sul derby – «Dei miei compagni sono rimasti pochi in realtà (ride, ndr). Forse a un derby è meglio arrivarci con un po’ di rabbia derivata dalla sconfitta, dal sorpasso. Ci vuole un po’ di sana cattiveria agonistica. E’ una di quelle partite, come dicevo prima, molto diversa senza tifosi. Poi era tanto tempo che non si vedeva un Milan-Inter così importante vista l’attuale classifica delle due squadre e il tifoso poteva farti cambiare la partita. Devono giocare sulla voglia di rimettere la freccia sull’Inter, di non accontentarsi, il campionato è ancora molto lungo e può accadere di tutto».

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