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Calhanoglu:«La 10? Maglia pesante, sento grande responsabilità»

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Calhlanoglu assente nel Derby per squalifica ha raccontato il suo periodo difficile legato all’inserimento e ad una maglia pesante

Non ci sarà contro l’Inter a causa dell’espulsione rimediata contro la Roma ma sarà presente comunque come chi soffre per non poter giocare una partita così importante. Hakan Calhanoglu perde una grande occasione ma intanto si racconta alla Bild, tra difficoltà di inserimento e disavventure milanesi: «Il mio modello è Kakà. Come me gli piaceva andare in profondità, dirigere il gioco. Mi piace prendermi delle responsabilità in campo e dare ritmo al gioco della mia squadra. Ho visto tanti suoi video su Youtube».

GRANDI ASPETTATIVE-«Non è facile arrivare al Milan ed indossare subito la maglia numero 10. Tante persone si aspettano qualcosa, sento addosso questa responsabilità. So che tutti gli occhi sono su di me».

SULLA SQUALIFICA IN GERMANIA-«E’ stato un periodo difficile per me. Andare la mattina fuori per allenarmi e poi non poter scendere in campo, mi sentivo inutile. Ho avuto tanti problemi a dormire in quei periodi, la squalifica non mi ha fatto bene dal punto di vista mentale».

IL RIFIUTO ALLA CINA-«Lì ora allena Schimdt che ho avuto a Leverkusen, mi ha chiamato, mi voleva ma sapevamo entrambi che la trattativa non si sarebbe chiusa, per me è troppo presto per andare in Cina».

TRISTE DISAVVENTURA-«Appena arrivato a Milano mi hanno rubato gli scatoloni del trasloco che avevo lasciato in macchina. Non è un momento facile ma le cose facili le sanno affrontare tutti».

Malgrado le difficoltà Calhanoglu ha sempre goduto di ottima stima da parte di Montella che lo ha sempre considerato titolare lasciando fuori Bonaventura. Il turco può ricoprire diversi ruoli ma al momento pare ancora lontano dalla forma ideale per ricoprire la posizione di mezzala di centrocampo oppure esterno d’attacco nel 4-3-3. Era evidente come ha raccontato il ragazzo che ci fossero dei problemi di inserimento, probabilmente necessita ancora di tempo, cosa che invece Montella sta esaurendo. Il Derby darà le risposte giuste.

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