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CAMPOPIANO: “100-150 milioni da investire sul mercato per il MILAN. Ecco la verità dietro al Finanziamento di Elliot”
Pasquale Campopiano, giornalista sempre attento alle notizie riguardanti il closing del Milan, ha così chiarito attraverso il proprio blog il finanziamento del Fondo americano Elliot nella trattativa per la cessione del Milan:
“Nell’accordo firmato lo scorso sabato 25 marzo tra la Rossoneri Lussemburgo e l’hedge fund statunitense Elliott c’è una clausola che impedisce alla società di Yonghong Li di vendere o svalutare gli assets strategici di Ac Milan per ottemperare al pagamento del prestito concesso“. Lo rivela una fonte accreditata della trattativa tra Fininvest e la Sino Europe Sport, poi trasformatasi in Rossoneri Lux, ed è una clausola contrattuale fondamentale, se non decisiva. Che porterà pace nei cuori di milioni di tifosi rossoneri che aspettano il 14 aprile, il giorno del closing, con grande apprensione, viste le scottature delle firme mancate. Ora, per spiegare questa clausola, gli assets strategici di Ac Milan, tolto Milanello, sono rappresentati dal parco giocatori del club di Via Aldo Rossi. In parole povere il fondo americano Elliott non ha alcuna intenzione di veder svalutato il parco giocatori del Diavolo, la stessa fonte ci svela “dovessimo ad esempio vendere Bacca, è nero su bianco che dovrà essere acquistato un giocatore di pari livello se non più forte“. E tanti saluti agli sciacalli del prestito, che da 48 terrorizzano i tifosi prefigurando uno scenario in cui se Yonghong Li non riuscisse a restituire il prestito a Elliott, sarebbe costretto a vendere i Doannarumma, i De Sciglio i Bacca e compagnia bella. Semplicemente non può farlo. Ma entriamo nelle pieghe di questa operazione finanziaria. Il prestito concesso dal fondo americano Elliott alla Rossoneri Lussemburgo, che come era noto già dallo scorso ottobre sarà l’effettiva proprietaria di AC Milan, è così articolato: 180 milioni che saranno versati a Fininvest per il closing; i restanti 120 saranno prestati per la copertura gestionale di Ac Milan e sono soldi dunque destinati al club. E veniamo ai tassi d’interesse “monstre” che come vi ho spiegato ieri sono comunque inferiori a quelli applicati da questi fondi in altre circostanze: il tasso d’interesse applicato da Elliott sui 180 milioni destinati a Fininvest è dell’11,5%; quello applicato sui capitali versati per il Milan del 7,7%, decisamente più basso. E qui scatta un’altra chiave interpretativa significativa. Evidentemente il fondo americano considera l’investimento nel passaggio di proprietà più rischioso di quello destinato alla vita del club. Per questo motivo ha chiesto precise garanzie a Yonghong Li su tutte l’operazione. Il broker di Hong Kong ha messo sul tavolo una dettagliatissima due diligence sul suo patrimonio personale, circa 700 milioni, più tutta una serie di garanzie provenienti da accordi finanziari stretti tra Hong Kong e la Cina (questi ultimi aspettano l’allentamento sull’esportazione dei capitali). Non solo, ed eccoci ai due punti chiave, la Rossoneri Lussemburgo (e dunque Yonghong Li), ha impegnato per i 180 milioni destinati al closing e a Fininvest, in proporzione, le quote della sua controllata, cioè AC Milan. Traduciamo: Rossoneri Lux riceve il prestito, è proprietaria del Milan e impegna le quote del club per 180 milioni. Se il Milan costa 520 milioni di equity, parliamo del 30%. Secondo pegno, quello intestato ai 120 milioni per il club. Elliott ha concesso questa seconda tranche perché convinto della bontà del piano industriale messo in piedi dal futuro ad Marco Fassone. La garanzia a questi 120 milioni, è infatti proprio sul futuro flusso di ricavi del Milan. Traduciamo: nei tempi stabiliti, la restituzione di questa cifra con gli interessi dovrà essere presa da sponsorizzazioni, diritti tv, partnership etc.. Tutto chiaro? Spero di sì. Chiaramente in caso di mancato pagamento, a quel punto il colosso americano potrebbe rivalersi sia sulle quote del club che sul piano industriale. Ovviamente, quello che sto cercando di spiegarvi in queste righe è quanto il rischio di un’operazione a debito messa in atto da Yonghong Li, è in un certo senso calcolato. Resta alto, certo. Perché sono tanti soldi e con tassi d’interesse diversi ma importanti, ma la sfida è proprio quella di rientrare presto nei ranghi e far vivere il Milan di vita propria. Certo, nell’accordo firmato con Elliott ci sono anche paletti finanziari: il colosso americano che ha come ultimo obiettivo quello di rilevare un giorno il club perché il prestito non è stato restituito, ha chiesto ed ottenuto di evitare spese folli e ulteriori indebitamenti del club. I tifosi penseranno subito, “ecco, il budget del mercato non c’è”. Sbagliato. Dimenticate la parte di capitali depositata ad Hong Kong “due to closing”, che funge anche da garanzia per Elliott. Le fonti interpellate confermano un budget tra i 100 e i 150 milioni per il mercato, vi spiegherò in una prossima puntata come potranno essere spesi con la differenza tra conto cassa e conto patrimoniale. Il tempo di studiare ancora… A proposito, ultima cosa, tra i nomi che aspettano tra Cina e Hong Kong, quello di Haixia è confermato e non avrà soltanto il ruolo di “garante” dell’operazione. Quello magari sarà del suo Direttore Generale Lu Bo, confermato (ad oggi) nel cda. Prima però, il closing del 14 aprile, è quello l’unico traguardo all’orizzonte”.