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Cannavaro: «Corsa scudetto? Il Napoli ha tutte le qualità per vincerlo»

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Cannavaro fa il punto sulla corsa scudetto e mette il Napoli tra le squadre da battere

Fabio Cannavaro ha finito la sua esperienza in Cina e ora è in Europa a studiare. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport fa il punto sulla corsa scudetto.

CINQUE ITALIANI PER IL PALLONE D’ORO – «Era dai tempi della mia vittoria del trofeo che non succedeva, dunque è un bel segnale. Jorginho è il più accreditato, anche se sono convinto che vincerà Messi. Barella e gli altri meritano tutti, ma ci doveva essere nel gruppo anche Chiesa, per quello che ha fatto vedere»

NAPOLI – «Con la squadra al completo non teme nessuno e può davvero vincere lo scudetto. Spalletti è anche un po’ cambiato, in positivo. Nel senso che senza togliere bellezza al suo gioco, è diventato più concreto nello schierare in campo i propri uomini. E la squadra dà risposte eccellenti sul piano della solidità, sembra di sbattere contro un muro giocando contro di loro»

NAPOLI FAVORITA – «No, però chi vorrà vincere il titolo dovrà batterli e non sarà per nulla semplice. Le milanesi sono molto forti, soprattutto l’Inter e non solo perché ha lo scudetto sul petto. Quella nerazzurra è squadra forte e compatta. E poi mai dare per morta la Juventus. È partita male, ma se poi batti il Chelsea vuol dire che i valori ci sono. Allegri dovrà darle equilibri migliori e continuità, perché non è un caso che mancando Ronaldo si subiscano più gol: perché gli altri devono “alzarsi” di più per segnare. In prospettiva più lunga, perché è in primavera che si deciderà la corsa scudetto, per ilNapoli preoccupa la Coppa d’Africa: perché Spalletti perderà per un periodo lungo l’attuale asse portante della squadra: Koulibaly-Anguissa-Osimhen».

ALLENARE IN ITALIA – «Non è un problema. Oggi sono aLondra, che è la culla del calcio europeo. Ho in programma viaggi in Germania e Spagna, altri due campionati che mi stimolano molto. Spero di avere l’opportunità di mettermi alla prova con un club che abbia progetti europei, il Paese diventa di secondaria importanza».

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