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Caputi: «Milan Juve aperta a qualsiasi risultato, che errore la cessione di Kalulu! Sulla gestione di Leao sto con Fonseca e su Theo Hernandez…» – ESCLUSIVA

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Caputi, noto giornalista, ha commentato il momento del Milan in vista della sfida di sabato pomeriggio contro la Juve

Intervenuto in esclusiva a Milannews24, Massimo Caputi ha analizzato così il momento della squadra di Fonseca in vista della sfida di sabato contro la Juve e non solo.

Un pronostico su Milan Juve? Per chi pesa di più?

«Entrambe hanno bisogno vincere, ma ne avrebbe più bisogno il Milan per il semplice fatto che si trova staccato dal gruppo di testa. L’unico modo per guadagnare terreno è vincere soprattutto gli scontri diretti come quello con la Juventus. Ma anche la stessa Juventus non può concedersi la sconfitta: se vuole rimanere agganciata a quel trenino le sconfitte non aiutano quel tipo di percorso… Proprio perché è una partita delicata per entrambe mi aspetto una partita in cui sarà importante tanto vincerla quanto non perderla. Non so essere più propenso a immaginare una partita tattica e quindi bloccata. O una partita in cui le due squadre si giocano a viso aperto. Tendenzialmente il Milan è una squadra più offensiva della Juve, ma ha mostrato delle carenze in fase difensiva, soprattutto sul piano dell’organizzazione. Dall’altra c’è una squadra più difensiva che ha dimostrato di avere qualche difficoltà a livello offensivo. E’ chiaro che la Juve con le assenze che ha avuto in difesa ha concesso, ma sostanzialmente le caratteristiche delle sue squadre sono queste».


A proposito di Milan e Juve, che opinione ha riguardo il trasferimento di Kalulu in rossonero? Sarebbe potuto tornare utile a Fonseca visto il rendimento deficitario dei centrali del Milan?

«E’ una cessione che non ho capito per due motivi. Il primo perché non avrei rinforzato una diretta concorrente. Il secondo perché Kalulu poteva essere utile al Milan. Sono stato abbastanza scettico sull’operazione. I fatti stanno dimostrando che Kalulu è un giocatore importante nella Juventus. E soprattutto non l’avrei dato alla Juventus…»

Che giudizio dà al lavoro svolto da Fonseca in questi primi mesi alla guida del Milan?

«Se si guarda la classifica è ovvio che manca qualcosa: mancano alcuni punti buttati un po’ via. Questo penalizza il Milan, ma non credo bocci o faccia storcere la bocca rispetto al lavoro di Fonseca. Che, tra parentesi, ha dimostrato di esesere un allenatore molto coraggioso nelle due partite che rappresentavano una svolta: il derby e il Real Madrid. E devo dire che in queste partite il Milan ha anche risposto come squadre, nel senso che gli interpreti hanno dato quel qualcosa che spesso non è arrivato. Credo sia un motivo di attenzione e concentrazione da avere più come squadre che come singoli che qualche volta è mancato al Milan. Fonseca, comunque, è un allenatore che ha delle idee. Può piacere o meno, ma non si può dire che si un tecnico da zero a zero. Non solo fa giocare le sue squadre in maniera offensiva, ma sa rischiare».

E sulla gestione di Leao? Fonseca ha fatto bene?


«Secondo me non deve giocare sempre titolare se non capisce che la sua classe e il suo estro devono essere sempre messi al servizio della squadra. E quando dico sempre non intendo tra una partita e l’altra, ma nell’arco della partita. Troppe volte sembra un giocatore che gioca un altro match, per conto suo, ogni tanto si accende ma si dimentica di tutto quello che gli accade intorno e che deve fare un lavoro di un certo tipo. Essere stato un po’ in panchina ed essere stato rilanciato dandogli responsabilità nelle partite che contavano è stato importante. Forse ha fatto capire a Leao che ci vogliono un modo di stare in campo e un atteggiamento diversi. E’ chiaro che non si può pretendere di cambiare i caratteri e le caratteristiche delle persone, però per chi vuole fare il calciatore ad alti livelli e ha quelle qualità, è chiaro che Leao deve migliorare qualcosa. Credo che il fatto di non sentirsi titolare inamovibile sia stato una molla per farlo rendere meglio come abbiamo visto nelle ultime apparizioni».

Come recuperare, invece, il miglior Theo Hernandez?

«Può capitare di non avere momenti particolarmente positivi. Per tanti motivi ci sta che un calciatore possa non rendere come ci si aspetta. Però anche lui se riesce a recuperare sia dal punto di visto fisico che quello della mentalità e della concentrazione è uno dei giocatori migliori che c’è in quel ruolo».

Lotta scudetto. Chi è favorito per Caputi?

«Se guardiamo la classifica è tutto molto incerto. E’ chiaro che ci sono squadre più forti come Inter, Napoli e Juve, ma credo sia veramente presto per avere le idee chiare perché siamo a poco più di un quarto del campionato. A mio avviso l’Inter ha la rosa forte e il titolo di campione d’Italia sulla maglia, quindi è necessariamente favorita. Il Napol è una squadra forte che gioca solo il campionato e quindi non spreca energie fisiche e mentali durante la settimana. Per il resto la Juve e il Milan se recupera… Ma io metterei anche l’Atalanta tra quelle che possono lottare per lo scudetto se si convince che può farlo e non lascia troppo in Champions League. L’Atalanta può essere l’outsider. Lazio e Fiorentina in questo momento vanno fortissimo e sono convinto potranno rimanere nelle zoen alte, ma non le vedo in grado di lottare per lo scudetto».

Capitolo Nazionale dopo le partite con Belgio e Francia. Quali impressioni le ha fatto l’Italia?

«Bisogna avere un po’ di pazienza. Da una parte gli errori dell’Europeo mi sembra che siano serviti a Spalletti e di conseguenza al gruppo per capire che bisognava invertire la rotta sia sul piano del gioco che dell’atteggiamento generale. Poi bisogna avere pazienza perché è una squadra che sta inserendo dei giovani e alcuni di loro hanno bisogno di maturare ulteriormente. Non siamo tra le migliori, ma io credo che abbiamo una buona Nazionale. Bisogna aavere la giusta condizione mettendo i giocatori al posto giusto, augurandoci che Kean e Retegui possano avere la forma per garantirci dei gol. Forse uno dei problemi che abbiamo dimostrato in questi mesi è che ci manca qualcosa sul piano offensivo».

Balotelli avrebbe potuto risolvere questi problemi?

«Il problema di Balotelli è che oggi per giocare a pallone, ma in generale per lo sport di alto livello, se non hai la testa o non ce l’hai come si deve, non si va da nessuna parte. Sinner in una conferenza stampa ha detto che chi ha tanto talento ma non lavora perde con chi ha zero talento ma lavora al 100%. Balotelli è un campione mancato se vogliamo, una promessa non mantenuta».

Si ringrazia Massimo Caputi per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista

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