Cardinale Milan, tutti i dettagli sulla strategia del club
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Cardinale Milan, tutti i dettagli sulla strategia del numero uno di RedBird dopo il rifinanziamento: due gli intoccabili, smentite su quell’arrivo a giugno

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Cardinale Milan, emergono ulteriori dettagli sulla decisione del numero uno di RedBird di rifinanziare il debito con Elliott

Intervenuto sul proprio profilo di X, il giornalista Currò ha commentato così la situazione societaria del Milan dopo il rifinanziamento del debito di RedBird con Elliott:

PAROLE – «Bisognerà attendere verosimilmente gennaio per conoscere i particolari del rifinanziamento del vendor loan, il prestito da 560 millioni di euro concesso nel 2022 dal fondo Elliott della famiglia Singer a RedBird Capital di Gerry Cardinale per controllare il Milan. Ma al momento, stando al comunicato ufficiale, c’è la doppia conferma delle indiscrezioni raccolte da Repubblica nei giorni scorsi: che Cardinale fosse in difficoltà nella raccolta dei soldi (693 milioni, cifra comprensiva degli interessi del prestito del 2022) da restituire ai Singer entro agosto 2025, ma che poi il manager newyorchese si stesse febbrilmente muovendo nel mondo della finanza americana per ottenere una parte del denaro e per rinviare la deadline. Chiarezza apparente. Ora il prolungamento del vendor loan, che rallenta lo scenario emerso due settimane fa (il rischio che Cardinale dovesse passare in minoranza già nel prossimo febbraio), disegna un futuro solo apparentemente chiaro: l’attuale azionista di controllo resta in sella per altri tre anni e mezzo, fino a luglio 2028, e con l’iniezione di altri 170 milioni fa scendere il debito a 489 milioni. I colpi di scena possono ancora essere tanti. Cardinale, vendita a 1,5 miliardi per andare in pari. Da nuove indiscrezioni risulta infatti che il tasso di interesse del prestito riveduto e corretto sia salito ancora (dall’8 al 13-14%): se così fosse, Cardinale si impegnerebbe a un esborso di circa 63 milioni l’anno di interessi. Il calcolo è il seguente. A luglio 2028, se verrà confermato che il tasso d’interesse è del 13%, l’azionista di controllo del Milan dovrebbe restituire a Elliott 750 milioni. L’esborso complessivo sarebbe dunque notevole per lui: includendovi anche i 50 milioni dell’operazione stadio San Donato (ancora in forse, come l’alternativa San Siro), si raggiungerebbero i 1530 milioni. Per andare in pari, in sostanza, Cardinale dovrebbe riuscire a vendere il Milan appunto a 1,5 miliardi, rispetto agli 1,2 dell’affare chiuso nel 2022. Scaroni e FurIani sempre più centrali Ipotizzando una fisiologica spesa-debito di altri 100 miliioni fino al 2028, si arriverebbe addirittura a una valutazuone del club di 1630 milioni, senza remunerare gli azionisti. Eppure Cardinale stesso ha più volte affermato che gli “investimenti di capitale hanno enormemente gonfiato la valutazione delle società calcistiche”. Sta inoltre filtrando che l’accordo prevederebbe alcune covenants, clausole finanziarie che nello specifico obbligherebbero RedBird a mantenere fino al 2028 l’attuale struttura societaria e in particolare i ruoli di Paolo Scaroni (presidente) e Giorgio Furlani (amministratore delegato). In pratica, dato il loro acclarato legame con Paul e Gordon Singer, resterebbe sempre fortissima la posizione del fondo Elliott. Operazione stadio cruciale. Se ne evince che la questione del nuovo stadio rimane cruciale. Perché è sulla sua costruzione, o quanto meno sulle autorizzazioni per costruirlo, che l’intera dirigenza milanista continua a puntare per realizzare una plusvalenza quando il club sarà venduto: oggi, in assenza di certezze sul nuovo stadio, gli eventuali compratori non offrirebbero molto più degli 1.2 miliardi scarsi dell’operazione 2022, quando il controllo del Milan passò da Elliott a RedBird. Incognita inchiesta Nel frattempo, però, una variabile certo non secondaria ha reso la vicenda perfino più ingarbugliata: l’indagine della magistratura milanese tuttora in corso (le rogatorie all’estero sono l’incognita) per accertare chi, tra Elliott e RedBird, sia l’effettivo proprietario del club. Le inchieste giornalistiche di Repubblica hanno evidenziato le ombre sulla provenienza di parte dei fondi dell’operazione 2022, per controllare una percentuale cospicua di azioni del pacchetto di maggioranza, fuori dal vendor loan. Era emersa anche la misteriosa figura di un dentista olandese, Peter Lieth, provvisto di potere di veto in quanto uno dei due direttori (l’altro era Robert Klein, manager di RedBird), di ACM FootballCo Intermediate Cooperatief, penultimo anello della catena di controllo del Milan. Champions indispensabile La strategia del rifinanziamento parziale del vendor loan si presta anche a un’altra lettura nel mondo finanziario-sportivo. Cardinale, dilazionando il debito e aumentando il rendimento del capitale di RedBird, mira a rendere più appetibile l’investimento diretto nel Milan attraverso RedBird, con la prospettiva a media scadenza dell’ingresso di nuovi soci o addirittura della vendita. Ma il rischio correlato, soprattutto se la squadra non riuscisse a qualificarsi per la prossima Champions, è che il prossimo bilancio non sia più in attivo e che per raggiungere l’equilibrio sia necessario vendere almeno un calciatore di alto livello. Se la plusvalenza per la cessione di Tonali al Newcastle ha permesso di chiudere in attivo l’ultimo bilancio, potrebbe essere necessario a maggior ragione vendere uno tra Hernandez e Leao, se non entrambi. Americani contestati Di sicuro gli intrecci sono assai più finanziari che sportivi. E i tifosi, dopo avere preso atto con soddisfazione dei due consecutivi bilanci in attivo grazie al risanamento dei conti, non accettano più che, a due anni dallo scudetto targato Maldini-Massara (licenziati perché non si uniformavano alla linea all’americana), le ambizioni della squadra vengano posposte al bilancio economico. La contestazione in pieno corso ha come bersaglio proprio la filosofia di Cardinale. Il mercato di gennaio e le voci su Paratici. La notizia che il manager potrebbe restare fino al 2028 non è stata accolta con euforia. Anche Ibrahimovic, consulente personale di Cardinale, è in difficoltà. Tuttavia le voci sull’arrivo a luglio nella dirigenza sportiva dell’ex ds della Juventus Fabio Paratici, la cui squalifica scadrà a giugno, non trovano conferma. Il mercato di gennaio diventa più che mai lo spartiacque nella sfida di Gerry Cardinale».

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