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Carlo Ancelotti non subentrerà a Montella: arriva la conferma

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Davide Ancelotti, figlio di Carletto, ha così parlato del benservito ricevuto dal Bayern Monaco

Un fulmine a ciel sereno quello che meno di una settimana fa ha smosso il calcio europeo. Dopo la sconfitta per 3-0 sul campo del PSG, il Bayern Monaco ha deciso di interrompere il proprio rapporto di lavoro con Carlo Ancelotti, il quale ha ricevuto il primo esonero in carriera.

LA DIFESA DEL FIGLIO DAVIDE – All’interno della sua equipe di lavoro c’è anche il figlio Davide che, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, ha provato a spiegare:

«Lui è uno che delega molto, quindi lavorarci insieme vuol dire avere molte responsabilità. Potersi confrontare ogni giorno con lui che per me, seppur di parte, è il migliore al mondo, è molto formativo. Sto imparando tanto. Poi sono contento di poter essere in contatto con mio padre tutti i giorni. Abbiamo un rapporto molto forte. Dopo anni di studio il mio primo incarico è stato al Psg. Ero il preparatore atletico alle giovanili. Poi al Real ero preparatore della prima squadra e al Bayern ero vice allenatore. Il club però all’inizio mi presentò come preparatore, per questo spesso si è fatto confusione sul mio ruolo».

CLAN – «Ho letto, e dico che la realtà non è questa. Ogni tecnico ha il proprio staff, che si porta dietro. Un allenatore si fida del suo staff, che siano familiari o no. Come pure il bravissimo preparatore Giovanni Mauri, che lavora con noi e con suo figlio Francesco. Brutto, e anche incomprensibile, che nel nostro caso si parlasse di clan. Sono ancora sotto contratto, non posso parlarne ed è pure presto per farlo. Ma dal punto di vista professionale avevamo un bel rapporto, con tutti. Si dice che non si è davvero allenatori fino a quando non si è esonerati. Mio papà, a stagione in corso, non era ancora mai stato allontanato. Forse ora è finalmente allenatore. Anche questa esperienza ci servirà».

FUTURO – «Non so, ma credo che papà torni a Vancouver. Poi dalla prossima stagione ricominciamo. E un giorno diventerò tecnico capo».

Chiaro come quest’ultimo passaggio sottintenda la non volontà da parte di Ancelotti di subentrare a stagione in corso, come paventato negli ultimi giorni con la posizione di Montella a rischio.

 

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