Caso Dimarco, la Curva Nord: «Ha sbagliato, avrebbe infastidito anche noi»
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Caso Dimarco, la Curva Nord: «Ha sbagliato, avrebbe infastidito anche noi»

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Caso Dimarco, la Curva Nord: «Ha sbagliato, avrebbe infastidito anche noi». Il comunicato della curva nerazzurra dopo i cori rivolti verso i tifosi rossoneri

Ecco di seguito il comunicato della Curva Nord, dopo i cori rivolti da Federico Dimarco ai tifosi rossoneri:

«Dimarco è un bravissimo ragazzo, è un nostro beniamino e lo amiamo alla follia perché è cresciuto nel nostro settore giovanile ed ha un peso specifico diverso rispetto agli altri calciatori. Quello che è successo in questi giorni è un qualcosa un po’ spiacevole.

C’è stato un errore alla base che ha commesso Federico, che è un ragazzo di cuore e ha vissuto la vittoria di pancia. Ha voluto esternare con leggerezza la sua felicità, come ha detto, cantando dei cori che sono andati un po’ oltre il normale sfottò tra Inter e Milan. Quello che succede di solito e che fanno i giocatori sono degli sfottò inerenti la vittoria di una squadra su un’altra.

Federico invece ha fatto qualcosa di diverso, ovvero un coro che la Curva Nord non fa più per scelta politica, per non parlare di scontri e di conseguenza è stato abolito. Federico non lo sapeva e ha fatto in un San Siro gremito partire un coro che è andato a toccare nel vivo la tifoseria organizzata milanista. Si può scherzare e ridere verso la squadra rivale, ma avrebbe dato fastidio anche a noi se un giocatore del Milan avesse fatto uno sfottò alla nostra Curva. Lui è caduto nel tranello e la Curva Sud ha tutte le ragioni per essersi arrabbiata e offesa.

Si è andati un po’ sopra le righe. Il giocatore ha chiesto scusa. Noi ci sentiamo di difendere Dimarco nella ragione e di tutelarlo per Milano, però è stato umile e corretto nel chiedere scusa alla tifoseria milanista per averla toccata nel vivo. 

Gli sfottò sono leciti finché si vanno a toccare i club, ma quando si va a fare uno sfottò ad una Curva si rischia di intaccare degli equilibri delicati. Noi viviamo a Milano, dove vige un patto di non belligeranza da più di 40 anni, non lo abbiamo stipulato noi, ma si tramanda di generazione in generazione. 

Tra le due tifoserie c’è rispetto, non si va a mangiare insieme. Per quanto riguarda la vita privata, ci sono componenti della Nord che hanno fratelli o sorelle nella Sud, qualcuno è sposato con membri della Sud.

Milano è piccola, se c’è un’amicizia che viene coltivata al di fuori dello stadio è a titolo personale. La Curva Nord non va a mangiare con la Curva Sud, ci sono amicizie personali dettate dal fatto che condividiamo le scuole dei nostri figli. Questo clima pensavamo fosse positivo, invece sempre per far parlare si butta il discorso fuori tema. 

Le Curve si rispettano. C’è un clima di pace, ma ci dissociamo dai giornali. Accettiamo le scuse di Dimarco, abbiamo proposto alla Curva Sud di capirlo, la Curva lo ha capito, ognuno va per la sua strada e la storia è finita. Nessuna vendetta da fare, non c’è nessun problema tra il giocatore e la Curva Sud, ci sono state delle scuse inerenti a un gesto sbagliato»

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