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Caso Salernitana: ma siamo in Serie A o in Terza Categoria?

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Tiene banco il caso Salernitana nella nostra Serie A: si va verso un’altra scappatoia, ma le regole erano chiare sin dal principio

Ancora qualche giorno e sapremo con più certezza che ne sarà della Salernitana. Non chiaramente sul piano sportivo, inclinato più che mai nella disperata rincorsa salvezza che passa stasera dalla sfida-Everest contro la capolista Inter.

Il rischio esclusione dalla Serie A eppure resta concreto, o meglio resterebbe. Perché a meno di scossoni a sorpresa, il Consiglio Federale di martedì 21 elaborerà una soluzione che permetterà ai campani di concludere il campionato.

D’altro canto è stata la stessa Lega a chiedere clemenza con compattezza bulgara, per evitare di dover concludere la stagione con una formazione in meno. E soprattutto evitare una figuraccia mondiale di cui il nostro calcio in profonda crisi non ha decisamente bisogno.

Anche perché nei campionati dilettantistici, purtroppo, è piuttosto usuale che le società saltino per area nel bel mezzo del cammino. Così come è capitato in più di una circostanza l’esclusione o il ritiro di qualche team nei campionati professionistici minori. Ma in Serie A no, sarebbe davvero troppo.

Che si conceda una proroga fino al 30 giugno al trust in corso o se ne crei uno nuovo, la sostanza cambierà poco. L’errore sta a monte: la Salernitana non avrebbe nemmeno dovuto prendere parte a questo campionato. Ancora una volta le regole sono state aggirate e così sarà a stretto giro di posta.

Il problema della doppia proprietà era evidente da tempo e andava risolto ben prima di formalizzare l’iscrizione. Ora, a rimetterci saranno solo ed esclusivamente i tifosi granata.

Perché i ragazzi di Colantuono con ogni probabilità retrocederanno sul campo e sarà compito della FIGC vigilare e assicurarsi che la vecchia proprietà legata a Lotito non possa rimettere le mani sul club. Sarebbe un circolo vizioso drammaticamente imbarazzante.

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