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Editoriali

Cessione Milan, smentita inchiesta su riciclaggio: la stampa smetta di attaccarci!

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Fassone Mirabelli Han Li

La notizia riguardante una presunta, poi smentita, inchiesta della procura di Milano per accusa di riciclaggio nei confronti di Yonghong Li è solo l’ultima delle “bufale” accostate al Milan in questi mesi. Adesso è il momento di dire basta!

Mattinata al cardiopalma per i tifosi del Milan che nelle prime ore di oggi hanno avuto modo di apprendere, attraverso quanto scritto da La Stampa, dell’esistenza di un’inchiesta aperta dalla procura di Milano e relativa all’acquisizione avvenuta lo scorso anno da parte del neo-proprietario cinese Yonghong Li accusato di riciclaggio.

Una notizia che ovviamente a sconquassato, anche se fortunatamente per poco tempo, l’ambiente milanista che però poche ore dopo ha avuto modo di ribadire la propria estraneità ai fatti ottenendo, inoltre, la smentita ufficiale del procuratore generale di Milano che ha incontrovertibilmente ammesso: «Non c’è nessun fascicolo di indagine per sospetto riciclaggio».

PERCHÉ SEMPRE IL MILAN? – Quest’ultima notizia è solo l’ultima di una lunga lista di “bufale” o simil tali associate alla nuova proprietà rossonera, quale sia il motivo non è chiaro: i giornali devono vedere, lo sappiamo, ma perché tirare in mezzo sempre lo stesso soggetto quando c’è da dover accusare qualcuno? Proviamo analiticamente ad analizzare i motivi e cerchiamo di dare una risposta alla domanda più calda di tutte: perché il Milan è odiato così tanto?

FASSONE – l’attuale amministratore delegato rossonero non gode certamente di indiscussa simpatia soprattutto nell’ambiente torinese, è stato dirigente anche della Juventus e La Stampa – organo tra i più agguerriti quando si parla di Milan-  è di Torino. Etichettato spesso dai propri detrattori come “L’uomo sbagliato al momento giusto”, Marco Fassone è spesso al centro delle invidie dei propri colleghi visti i tanti numerosissimi incarichi assunti in carriera soprattutto nel mondo del calcio nonostante competenze, trasversalmente poco riconosciute, in ambito sportivo-calcistico.

DUBBI LEGITTIMI – Esistono tuttavia dei dubbi da considerare leciti per quanto concerne la nuova proprietà del Milan: Yonghong Li non è un imprenditore conosciuto e sussistono, come dichiarato dal New York Times in passato, i presupposti patrimoniali per giustificare l’investimento di oltre un miliardo di euro effettuato per l’acquisto e il rilancio dal punto di vista tecnico del club rossonero nel corso del 2017. Tuttavia, per buona pace di critici e scettici, le carte dell’operazione risultano essere totalmente regolari e la futura certa immissione del marchio AC Milan all’interno del mercato asiatico rappresenta una garanzia non di poco conto considerando il sempre crescente seguito dei rossoneri in paesi come Cina, Giappone e Indonesia.

NAZIONALISMO – Un altro motivo, forse il più sciocco, che potrebbe far pendere l’ago della critica in negativo nei confronti del Milan potrebbe essere tipicamente nazionalistico: Silvio Berlusconi, tra gli imprenditori italiani più famosi nel panorama mondiale, ha lasciato il proprio giocattolo preferito lasciando di fatto un simbolo di italianità come il Milan ad una proprietà cinese. Una colpa/non colpa che ha creato non pochi malumori tra tifosi e opinionisti ma che – come dichiarato più volte da Berlusconi – è stata scelta obbligata visto lo spaventoso percorso miliardario intrapreso dal calciomercato mondiale negli ultimi anni con l’immissione dei petroldollari.

BERLUSCONI – A rincarare ulteriormente l’attenzione, spesso negativa, della stampa italiana nei confronti del Milan vi è anche la presenza – ovviamente mai completamente slegata dopo 30 anni – di Silvio Berlusconi. Le accuse reiterate de La Repubblica ma anche di altri giornali politicamente schierati sono state all’ordine del giorno soprattutto nei giorni antecedenti le elezioni. Con il voto fissato al 4 marzo e le “quotazioni” della coalizione dell’ex Cavaliere in forte crescita non possiamo escludere che uno dei motivi dei continui attacchi alla società rossonera sia di stampo prettamente politico.

Quattro cause che però non permettono di delineare un vero “perché” dietro i continui attacchi che la stampa italiana riserva al Milan società sana e, nonostante i recenti risultati sportivi, dalla sicura e incalcolabile prospettiva. Al tifoso rossonero che legge pertanto giriamo il consiglio dantesco del «Non ragionar di lor, ma guarda e passa» perché a prescindere da tutto il Milan ha tutte le carte in regola per tornare (presto) a rimirar le stelle. 

 

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