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Chievo, sospesa la decisione del TAR. Campedelli: «Se fosse il Milan…»

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Il Consiglio di Stato, ha sospeso la decisione del TAR, che prevedeva anche lo svincolo d’ufficio di tutti i giocatori tesserati del Chievo

Luca Campedelli parla in conferenza stampa all’indomani della decisione del Consiglio di Stato di sospendere la recente sentenza del TAR in cui si ribadiva l’esclusione della società dal campionato di Serie B e lo svincolo d’ufficio di tutti i tesserati, confermando quindi le sentenze precedenti degli organi preposti. Di seguito le sue parole:

«Il tema che teniamo a comunicare è che il Chievo è stato a nostro avviso vittima di una discriminazione totalmente ingiusta, questo il Chievo lo ha fatto presente fin da subitoNon si tratta di problemi relativi a situazione economica, non c’entra nulla, l’esclusione è da affidare a delle rateizzazioni. 

Prima di distruggere un intero team di persone, e qui parliamo di un gioiello del calcio italiano, c’era bisogno di aspettare una sentenza: quelli fino ad ora non sono sentenze ma provvedimenti, solo l’ultima del TAR del Lazio ha aperto gli occhi al Consiglio di Stato. Se qui ci fosse stato Scaroni e il Milan la federazione non avrebbe applicato in maniera così ottusa la legge.

Bisogna aspettare il 23 giugno per la conferma del collegio, dopodiché si andrà a fissare quando ci sarà finalmente la sentenza e in questo caso la federazione dovrà porsi il problema di un risarcimento mostruoso, 100 milioni: dai calciatori svincolati al valore patrimoniale del club. Soluzione immediata? Ipotesi di ammissione ad un campionato come la Serie D o C e un risarcimento minimo per ‘tornare in vita’.

Il Sona è un’altra strada, non si ferma niente a prescindere. Concettualmente voglio vedere il Chievo tornare a giocare a calcio, risarcimento e tutto il resto va bene… Senza per me non c’è ragione di esistere».

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