2015
Con Franchezza: qualcosa non quadra
Svanito per magia il consueto effetto euforia imposto dal cambio tecnico, è tempo di guardare in casa Milan con maggiore disincanto e una manica un po’ meno larga all’operato di Mihajlovic. Fin qui spesso elogiato per la costante ricerca di un’impronta precisa da imprimere al suo gruppo, il sergente avrebbe dovuto calcolare tutti i rischi di proporre insieme Rodrigo Ely e Romagnoli, la coppia di difensori centrali più verde dell’intero campionato, con il solo rodaggio ufficiale di Tim Cup sulle spalle. L’assortimento graduale del duo sarebbe stato caldamente consigliato, un’idea che sarà balenata anche nella testa di Paletta e Zapata, non fenomeni, ma più abituati ad assorbire l’impatto sempre forte della prima di Serie A. Se poi si valuta che per Ely si trattava dell’esordio da titolare assoluto nel massimo campionato, non serve aggiungere altro per dimostrare l’autentico rischio che ha letteralmente scelto di correre Sinisa.
Altro punto di domanda a centrocampo, per Andrea Bertolacci. Neanche il lievitare dei costi di questa pazza stagione del mercato ad oggi è in grado di spiegare un investimento della portata economica di 20 milioni. L’ex Lecce e Genoa contro il Perugia aveva fatto intravedere di essersi lasciato alle spalle l’imprecisione del precampionato, ma evidentemente ha bisogno di altro tempo per amalgamarsi bene al gruppo.
Arriviamo a Bacca e Luiz Adriano, corpi estranei alla squadra, sebbene questa sia controindicazione piuttosto scontata per chi di mestiere fa la punta avanzata. E qui sta il dilemma. Si è tanto parlato del ruolo di “sconquassatore” degli equilibri offensivi di Ibrahimovic. Ma non sarebbe servito più lui, per quanto seconda punta “molto atipica”, al posto di uno dei due sudamericani, che di fatto hanno caratteristiche identiche? Tempo al tempo, ovvio, ma al momento l’analisi tecnica sul Milan verte decisamente sul nero.