HANNO DETTO
Conferenza stampa Conceicao: «Un orgoglio e un piacere essere al Milan, possiamo arrivare in Champions. Gioco dominante? Il calcio è molto semplice…»
Conferenza stampa Conceicao: il tecnico portoghese si presenta da Milanello dopo aver sostituito ieri l’esonerato Paulo Fonseca
Sergio Conceicao, nuovo tecnico del Milan, si presenta in conferenza stampa da Milanello dopo aver sostituito ieri l’esonerato Paulo Fonseca. Ecco le parole riportate LIVE da Milannews24.
ARRIVO AL MILAN – «Sono orgoglioso, è un piacere per me venire a lavorare in un club così grande. Li conosco da giocatore e da tecnico, è un passo avanti nella mia carriera. I tifosi sono l’anima del club, senza loro è difficile vivere e crescere. Dobbiamo rispettare questi valori, se sono qua non è un buon segno. Qualcosa non è andata bene. Non è la colpa di una sola persona ma di tutti. Dobbiamo adesso riflettere, non c’è tanto tempo per lavorare per la gara contro la Juve ma non cerchiamo scuse. Siamo qui per vincere e per essere competitivi».
SFIDA COL FIGLIO E COSA VUOLE DALLA SQUADRA – «Francisco sarà un avversario venerdì, a casa è mio figlio. Io l’ho detto ai ragazzi, noi possiamo cambiare il sistema di gioco ma dopo c’è la mentalità della squadra e questa non è negoziabile. Dobbiamo avere fame e voglia di dare tutto. Io sono uno passionale, sono stato espulso tante volte in carriera ma voglio che i calciatori siano come me. Voglio vedere il brillio nei loro occhi, questa è la cosa più importante».
PROBLEMI – «Non c’è il problema di una cosa, ci sono tante cose che non funzionano. Altri preferiscono parlare di tattica, altri di problemi fisici, altri mentali. Paulo ha avuto bellissimi periodi qua, altri non tanto, ma questo fa parte del mestiere dell’allenatore. Noi cerchiamo sempre la perfezione, ma non è possibile. GIochiamo contro avversari di qualità, sia in Italia che in Champions League, ma noi siamo preparati per questo. Ma non voglio entrare nei dettagli».
PASSAGGIO DA CALCIATORE AD ALLENATORE – «È tutto diverso. Noi pensiamo quando siamo giocatori che capiamo tutto di calcio, ma non è così. Pensiamo al nostro giardino. L’allenatore non dorme neanche, per me stanotte è stato difficile. Lo stress di voler conoscere tutte le cose qua dentro, le persone, perché tutti sono importanti, il magazziniere, al nostro presidente. Noi staff abbiamo tanta voglia di bruciare le tappe ed arrivare ad una conoscenza di tutto e di tutti velocemente, perché i tempi sono corti e vogliamo essere essere presenti ed attivi».
CONTATTI ESTIVI COL MILAN – «Col Porto non è stata un’uscita facile, non ne voglio parlare. Il timing per me non è una cosa importante: estate, inverno, ogni settimana sono stato contattato da qualcuno in Portogallo e lo scrivevano. Il timing del Milan nemmeno è importante. Sono arrivato ieri e ci siamo allenati, oggi c’è la presentazione per il rispetto che abbiamo per voi e per i tifosi. È stato tutto molto veloce. Sono venuto al Milan perché alleno una delle migliori squadre del mondo a livello storico: è un piacere venire ad allenare il Milan».
APPROCCIO COI GIOCATORI – «Ora ho 50 anni: vedremo. Ci saranno sempre undici più contenti, altri meno. Fa parte della gestione del gruppo. Ho questa comunicazione diretta, occhi negli occhi, i giocatori devono dare il massimo. Questo deve dare forza. È come la pressione, fa parte del calcio: in grandi club bisogna averla. Fa parte. Ci sono ibrutti momenti, ma poi si deve passare ad un momento migliore. Siamo con fiducia. Parole parole, l’ho detto ai giocatori, ma poi sono i risultati che contano eh».
FILOSOFIA DI GIOCO – «Io vado con le mie convinzioni a livello di lavoro e tattico. Il sistema per me non è tanto importante, ma la dinamica sul campo. Poi c’è una strategia, una base, un lavoro sui principi: la squadra deve capirli. Il gioco dominante? Per me il calcio è semplice, molto semplice: c’è una porta e bisogna fare gol e non prenderli. Se poi il gioco dominante significa altro, per me significa fare i risultati. Possesso palla, tiki taka: per me il tiki taka è metterla dentro».
OBIETTIVO CHAMPIONS LEAGUE – «C’è tanto lavoro da fare. Ci sono tanti giocatori importanti. Con quelli che sono disponibili lotteremo per arrivare a vincere».
RAPPORTO CON LEAO E THEO HERNANDEZ – «Per me i giocatori sono tutti uguali, dipendono da ciò che fanno in allenamento. Il massimo è il massimo, non quello che può pensare ciascuno. Per me poi non ci sono differenza. Loro sanno che il discorso è uguale per tutti e le esigenze sono uguali per tutti. Con Leao il mio discorso sarà diverso rispetto ad un altro ragazzo perché sono caratteri diversi. A me piace capire la storia di chi ho a disposizione: vado a vedere la mamma, il papà, il fratello… A volte ci sono delle storie dietro che giustificano tante cose».
CHE TIPO DI ALLENATORE E’ – «Ognuno ha il suo lavoro, si comunica tutti i giorni. Oggi ho parlato con il nutrizionista: mi piace entrare dentro tutti gli ambiti. Ma questo è il mio lavoro. Con la dirigenza parlerò quando c’è bisogno, siamo qui a lavorare tutti remando nella stessa direzione. Tutti vogliamo una cosa: che il Milan arrivi in Champions, e c’è già un trofeo in palio. Siamo il Milan».
MERCATO – «Voglio conoscere bene la squadra, non solo i grandi ma anche il Milan Futuro. Non è giusto parlare di mercato perché non conosco bene tutti, soprattutto i giovani».
PARALLELO COL NANTES IN FRANCIA – «Sono situazioni diverse. Il periodo è lo stesso, è vero, è stato un grandissimo lavoro lì in Francia, dove la rosa era diversa, l’ambiente diverso, tutto. è vero la situazione somiglia ma non è la stessa cosa, perché la pressione è diversa. Questa pressione, quest’ambiente deve darci una carica in più, non il contrario. Bisogna prendere questo con responsabilità, lavorare al massimo, umili, sappiamo che abbiamo un lavoro difficile davanti ma molto fiduciosi per quello che viene».