HANNO DETTO
Conferenza stampa Conceicao: «Un club come il Milan non può avere la pancia piena per una Supercoppa vinta. Mercato? Ecco quando ne parleremo. Su Rashford…»
Conferenza stampa Conceicao: il tecnico portoghese presenta la sfida di domani in campionato contro il Cagliari. Le parole da San Siro
Conceicao, nuovo tecnico del Milan, presenta la sfida di domani contro il Cagliari. Ecco le parole riportate LIVE da Milannews24.
SUPERCOPPA – «Non può lavorare al Milan chi pensa che basta vincere una Supercoppa, comunque meritata. Siamo a 17 punti dalla vetta, un club che ha vinto 19 scudetti e 7 Champions League non può stare con la pancia piena per una Supercoppa. Dobbiamo cominciare a vincere e convincere da domani».
ESORDIO A SAN SIRO – «Non ho nessuna emozione, adrenalina normale di una partita, di capire dove sono. In un club storico. Per la preparazione della partita ho tante cose per la testa, non penso a cosa vivrò prima o durante. Qualcosa sentirò, non sono una pietra. Ma la cosa principale è preparare i ragazzi per vincere la partita».
CAPITANO – «Il leader massimo sono io, poi all’interno dello spogliatoio è diverso. Non creerò mai polemiche in conferenza sulla questione capitano o simili».
CAMBIAMENTI RISPETTO A FONSECA – «Cambiare lo staff è già qualcosa d diverso per loro, poi dopo loro devono credere nel nostro modo di lavorare. Una buona cosa che ho trovato qua è stata un’accettazione totale a quello che abbiamo proposto, in tutto. Per questo sono contento, spogliatoio molto positivo».
MERCATO – «Devo dire una cosa, la verità: la dirigenza ha provato a parlarmi di questo tema ma il momento era sbagliato perché avevamo partite importanti. Adesso non è il timing giusto, so che è importante e dobbiamo parlarne. Ma in questo momento la cosa più importante per me è la partita col Cagliari, il giorno dopo forse avremo tempo di parlare anche di questa cosa, che sicuramente è importante».
INFORTUNATI – «Loftus-Cheek fisicamente non è al top. Per me partono tutti sullo stesso livello. GIorno dopo giorno vedrò in allenamento, dipende anche dalla strategia che ho per ogni partita, chi può partire dall’inizio e chi invece può dare una mano dalla panchina. Nessuno è un titolare assoluto, tutti devono lottare per un posto in squadra. Piccolo problemino c’è con Ruben, non ci sarà domani per la partita. Ha avuto una ricaduta ieri, mi dispiace perché stava crescendo dal punto di vista fisico».
LEAO – «Modulo? Per me 4-4-2 o 4-3-3 sono i moduli. Ma l’importante è avere equilibrio con la squadra, con un centrocampo a tre la squadra può sembrare più sicuro. Più avanti e con più conoscenze potremmo anche lavorare con due punte, servirà tempo. Devo dire che io cambio ance durante la partita, l’ho fatto anche in queste partite. Mi pagano per aiutare la squadra, si lavora sempre. Leao? Deve correre».
MOMENTI DI DOWN CON LE PICCOLE – «Il giorno dopo ho parlato di questo, ho visto Real-Milan e Cagliari-Milan, ne ho parlato con i giocatori. Non va bene. La cosa più difficile non è arrivare lassù, ma restarci. Si può capire non giocare così bene, ma comunque devi avere una base importante. Se c’è questa base la partita alla fine la vinci perché hai una squadra di qualità».
NUOVI METODI – «Ogni allenatore ha le sue idee e metodi di lavoro. Dopo quello che è corretto o no lo dicono i risultati. Non è che io ho la formula esatta. Ho perso partite e titoli al Porto, ma ho anche vinto. Fino ad oggi mi sono trovato bene con il mio modo di fare. Ma dopo se i risultati non vengono quello che paga è l’allenatore, ha le valigie sempre pronte. Proverò a far sì che non succeda. I giocatori sono troppo coccolati, ma anche io sono coccolato. A me basta il lavoro. Loro si lasciano andare, prima era diverso. Nel 96 ho affrontato il Milan col Porto, abbiamo vinto 3-2. Ora è diverso, bisogna concentrare i giocatori, non è un hobby. È un lavoro, non un hobby».
IMPATTO SUI GIOCATORI – «C’era l’orgoglio dei giocatori, ho parlato di questo. È un bel gruppo di giocatori, accettano quello che diciamo anche se le regole sono diverse da quelle di prima. Questa umiltà per accettare queste regole che vanno anche contro le loro abitudini è fondamentale per me. Hanno dato una risposta fantastica, vincendo in rimonta contro Juve e Inter. Ma è il passato, ora dobbiamo migliorare. Devono migliorare tanto, tanto. Ci sono momenti della partita che non mi piacciono, quello che abbiamo fatto l’hanno già fatto altri, anche con titoli molto più pesanti. Stiamo provando di fare qualcosa ed arrivare a fine stagione non contentissimi ma comunque nei primi quattro: su questo stiamo lavorando».
RASHFORD – «Ci provate in tutti i modi. In Portogallo è anche peggio. Qua si parla di calcio, poi ogni tanto qualcuno ci prova… Rashford è un bel giocatore come tanti altri, vediamo quello che succede».
ANALOGIE CON LE ESPERIENZE PRECEDENTI – «Trovo un grandissimo club e un paese appassionato di calcio, una tifoseria che vive il club in maniera incredibile. A Porto non si vinceva da quattro anni e non era normale. In questo senso sì, c’è somiglianza. Poi le squadre sono diverse, il calcio è diverso. Due grandi club. A Nantes invece era un po’ diverso dal Porto e dal Milan».
PROBLEMI DIFENSIVI – «Senza dubbio. Una delle cose che non sono andate è che abbiamo commesso errori anche sul pressing, con il timing e la zona scelta. Ci sono cose che dobbiamo migliorare senza dubbio. Il modo di vivere un successo secondo me è pensare subito che ne abbiamo un altro davanti a noi, molto più importante di quello che abbiamo passato. Ho goduto, ho anche ballato, ma nell’aereo già pensavo a come far stare calmi i ragazzi e che la partita più importante è il Cagliari domani».