Conferenza stampa Morata Milan: «Sono qui per vincere»
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Conferenza stampa Morata Milan: «Sono qui per vincere, sento la FIDUCIA. Voglio portare la seconda stella, vi SVELO che Ibrahimovic…»

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Conferenza stampa Morata Milan: le parole del nuovo acquisto rossonero nel giorno della sua presentazione. Le dichiarazioni

Giornata di presentazione a Casa Milan per Alvaro Morata, attaccante spagnolo arrivato in rossonero dall’Atletico Madrid. Appuntamento con la sua conferenza stampa alle 12.00, con Milannews24 che ha seguito LIVE le sue parole.


LA PRIMA VOLTA CHE SI E’ PARLATO DI MILAN – «Grazie a tutti che han fatto lo sforzo di portarmi qui. Ho avuto diverse possibilità di tornare in Italia in questi anni, ma quando Zlatan mi ha chiamato e ho parlato con l’allenatore non c’era più da pensarci. Nessuna squadra mi ha voluto così fortemente. Questo mi rende orgoglioso. Sono una persona che ha bisogno di fiducia. Non è ancora arrivato il mio massimo in carriera, ho bisogno di persone che credono in me e lui me lo ha dimostrato. Il Milan è il Milan, è incredibile. È difficile trovare una società con questa organizzazione, non vedo l’ora di scendere in campo. Non posso promettere titoli, ma prometto che correrò come un cane in campo. Un leader spinge i compagni verso il loro massimo».

MODELLI AL MILAN – «Ho chiesto a lui magliette e scarpe, non so come ha fatto a non mandarmi a quel Paese. È un orgoglio averlo al mio fianco (Ibrahimovic ndr). Ho sentito Kakà, Pato, Shevchenko e Beckham. Quest’estate sono stato con lui e mi ha detto che si vedeva che c’era qualcosa di diverso al Milan».

COSA SI ASPETTA DAL MILAN – «Vincere. Fare 50 o 60 gol non me ne frega. Ci sono giocatori che fanno milioni di gol e non vincono niente. Bisogna vincere, godersi il percorso: siamo in un gioco di squadra, abbiamo grandi giocatori in squadra che ci daranno la possibilità di fare gol. Ieri sono entrato a Milanello, anche stamattina, ho visto cosa si respira e può solo andare meglio. La cosa che mi preoccupa non sono i gol, voglio portare a questa squadra la seconda stella. Sono gli ultimi anni della carriera ma sono i migliori».

SI SENTE LA MIGLIOR VERSIONE DI SE STESSO ORA – «Senza dubbio. Non è il mio carattere dirlo ma sono molto contento e felice. Al Milan lo vedranno che sono stato un buon acquisto».

CHE CAMPIONATO ITALIANO RITROVA – «È cresciuto molto, ogni anno è più bello da vedere. Mi ricordo 10 anni fa quando guardavo il campionato italiano era diverso, c’erano più gol. Battere l’Inter l’anno scorso? Sì è stata una bella soddisfazione».

CHE EFFETTO FA RITROVARE LA JUVE – «Emozioni, sono una persona grata e ringrazio per quello che han fatto per me. Gli amici sono amici, ma per andare a cena, ci si saluta dopo le partite: a volte no perché sei incazzato perché hai perso. Li ringrazio molto per quello che han fatto per me in passato ma ora è un’altra avventura».

MILAN SIMILE ALLA SPAGNA – «Molto simili come giocatori. Ci sono giocatori che possono diventare tra i migliori del mondo, anche l’allenatore ha un’idea simile di gioco. Vedo tante somiglianze, ma la cosa importante è inserirsi bene nel gruppo. Loro capiranno che tipo di persona sono io, non mi interessa dei gol e del protagonismo».

THEO HERNANDEZ – «Ho avuto sempre un rapporto bellissimo, è una persona divertente, aperta. Sono stato in vacanza con lui, ci siamo visti due o tre giorni. Abbiamo fatto un po’ di sport insieme, spero abbia messo benzina nel motorino perché è fondamentale per questa squadra. Deve fare l’ultimo salto di qualità per diventare il miglior terzino al mondo, ne ha le potenzialità e cercherò di ricordarglielo ogni mattina».

HA PARLATO CON FONSECA E ALLEGRI – «Sì ho parlato diverse volte, anche a lungo perché non potevamo incontrarci di persona che ero all’Europeo. Non servivano tante informazioni in più per prendere la decisione, appena si sono aggiustate un po’ di cose sono arrivato al Milan. La sua idea mi piace. Con Max non ho parlato, ha avuto un po’ di tempo complicato. Ora sarà in vacanza, quando lo incontrerò sarà divertente. Mi ha sempre aiutato, gli mando un abbraccio».

FISCHI DEI TIFOSI – «Il tifoso è quello che paga per vederti e supportarti e ti trasmette le sue emozioni. I fischi te le meriti se non giochi bene».

IN CHE LINGUA PARLANO A CASA – «Dipende. Quando sono arrabbiato in spagnolo, quando lei è arrabbiata in italiano. Poi ai bambini in inglese per farli imparare».

EMOZIONARSI ANCORA COL CALCIO – «Se devo essere sincero sono qui per questo. È un’emozione venire al Milan, che ti venga a prendere Ibrahimovic. Potevo andare a prendere soldi, rilassarmi in qualche altro posto, ma sono qui per fare 5/6 anni ad alto livello».

NUMERO 7 DI SHEVA – «Il peso non ci devo pensare è ovvio. Ma non è solo per il numero ma per quando vedi tutti i giocatori che han giocato qua. Olivier ha giocato con me al Chelsea, mi son dimenticato di dirlo prima, ho avuto modo di imparare da lui. Quando stava quasi tutto fatto, Zlatan mi ha mandato un video e avevo la pelle d’oca».

VINCERE – «Devi avere voglia di vincere e devi sapere come si fa. Negli ultimi Europei dicevano che eravamo giovanissimi, ma bisogna crederci e lavorare duro. Si può arrivare ovunque, per questo non vedo l’ora di inserirmi nel gruppo. Mi piace vedere gli altri felici e questa cosa farà bene».

IN CHE SQUADRA GLI PIACE GIOCARE – «Una che va convinta con le sue idee. Con la qualità che abbiamo dobbiamo togliere l’area a tutte le altre squadre. Se pressiamo in 10, con la qualità delle invenzioni dell’allenatore sarà difficile. Se tu pressi per gli altri è difficile giocare».

PERCHE’ OGNI ALLENATORE VUOLE ALLENARLO – «Perché non sono egoista, mi piace portare una dinamica positiva. Sono il primo ad abbracciare chi entra al mio posto, perché mi piace vincere. ».

CAMARDA – «L’ho incontrato oggi, ovviamente lo conosco e ho guardato partite sue. Mi rivedo in lui quando ero giovane al Real, ma lui fa più gol di quelli che facevo io. Lo voglio aiutare, far crescere, sarà il futuro o il presente non si sa mai. Magari ora parlo di lui ma possibile che faccia panchina e lui giochi. Sono uno che scherza coi giovani ma si arrabbia con loro».

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