Conferenza stampa Walker: le parole del nuovo acquisto
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Conferenza stampa Walker: «Impossibile dire no al Milan, sono venuto qui per vincere. Leader? Devo esserlo per forza, ecco perchè»

Milan news 24

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Conferenza stampa Walker: il nuovo acquisto rossonero si presenta da Milanello dopo l’ufficialità dei giorni scorsi. Le sue dichiarazioni

Kyle Walker, primo acquisto del calciomercato Milan di gennaio, si presenta in conferenza stampa dopo aver assistito ieri a San Siro alla vittoria in rimonta contro il Parma.

MILAN – «Per me giocare in questo club, indossare una maglia storica, è qualcosa di fantastico. Ho ambizione di provare una nuova esperienza e voglio dimostrare tutto il mio talento».

CON CHI HA PARLATO PRIMA DI VENIRE – «Ho parlato con uno dei grandi (Ibrahimovic) prima di venire qua. Mi ha chiarito il concetto che la società vuole far bene, ha ambizione. Un inizio è stata la vittoria in Supercoppa. In campionato non sta facendo bene ma in 
 Champions sì
».

COSA CONOSCEVA DELL’ITALIA – «Quando ero bambino vedevo le grandi squadre italiane come Milan o Juventus. Volevo vivere queste emozioni in Italia. C’erano tante squadre interessate a me ma ho preferito restare in Premier. Adesso penso che questo sia il momento giusto per venire qua. Voglio dimostrare di essere importante non solo in Premier ma anche in Serie A».

COSA SERVE AL MILAN – «Cosa serve al Milan? Quello che ho visto negli ultimi minuti, ma per tutta la partita. Voglia di vincere. C’è stata una grande differenza tra il primo e il secondo tempo. Ci vuole leadership e carattere in campo. Zlatan ha parlato di quello che è successo tra Conceicao e Calabria, hanno dimostrato che quello che serve è il carattere».

COSA L’HA CONVINTO A VENIRE AL MILAN – «La storia della società ed anche il progetto che Zlatan mi ha proposto».

BONUS CHAMPIONS – «Bonus Champions? Sarebbe un sogno vincerla, ho vissuto entrambe le situazioni al City in due finali. Di questo però se ne parlerà più avanti, dipende da noi. Non è un bonus economico, il bonus sarebbe vincere la Champions, non gioco per soldi. Al City non stavo andando bene, non giocavo, sono venuto qui per giocare e vincere dei trofei. Con il Tottenham ci sono andato vicino, al City ne ho vinti 17 e non voglio fermarmi qui anche se ho 34 anni».

PENTITO DI ESSERE VENUTO DURANTE MILAN PARMA – «No, è calcio. Succedono delle cose durante le partite, ma al fischio finale abbiamo ottenuto la vittoria che volevamo, che serviva, e siccome che mercoledì abbiamo una partita importnate e domenica il erby, è stato un passo imporante per far sì che questa settimana cominciasse nel migliore dei modi».

ESSERE UN LEADER – «È ciò che devo fare. Con la mia età, con la mia esperienza posso passare questo messaggio ai più giovani, ma non posso farlo da solo. Ci sono anche altri leader, ma forse c’è una mancanza di fiducia. Ci vuole costanza di risultato, è cambiato l’allenatore, ma credo che Conceiçao abbia delle buone idee, buone basi sulle quali costruire la squadra. A volte ci vuole disciplina, quel fuoco dentro che deve essere trasmesso agli altri e che forse ultimamente è un po’ mancato. Spero che Rubs (Loftus-Cheek, ndr), Fik (Tomori, ndr) e Tammy (Abraham, ndr) possano avere fiducia in me. Spero che i miei compagni possano seguirmi in campo. Ho vinto tanto in carriera, ma vengo qui con l’auspicio di vincere tanti altri trofei con il Milan».

DERBY – «Derby? Ho già giocato contro l’Inter in Champions, sarà una partita diversa. Loro sono venuti con un blocco basso a Manchester, abbiamo dovuto aggirare questo blocco, potevamo fare meglio ma eravamo ancora all’inizio. Sarà entusiasmante giocarci nel derby. L’ultima sfida l’abbiamo vinta noi, loro cercheranno la rivincita, ma è una questione di mentalità, dobbiamo cercare di dare il massimo per noi stessi e per i tifosi».

GUARDIOLA – «Guardiola? Non è stata una conversazione semplice, abbiamo vinto tutto insieme. Spero che lui sappia ciò che posso offrire allo spogliatoio. Sono qui per giocare e per lavorare con i miei compagni. Il Manchester City era la mia famiglia, credo di essere stato apprezzato. Qui voglio imparare la lingua ed impegnarmi al massimo, ho ancora fame e fuoco dentro per raggiungere gli obiettivi».

MILAN NEL DESTINO – «Spero di sì. Non credo propriamente nel destino, ma credo nel lavoro sodo. Si raccoglie ciò che si semina, e non è che riuscirà a fare tante cose grazie al mio compleanno (ride, ndr). Ci vuole un pizzico di fortuna, ma servono anche le prestazioni».

LEAO – «Rafa credo che la qualità parli da sola. Ciò che ho visto in allenamento, anche in Champions quando ero a Manchester, ma anche ciò che sentivo da Dias e Silva al City. Lui ha tutte le qualità del Mondo, ora sta a lui essere uno dei migliori al mondo. Questa squadra ha della qualità, tutti i giocatori la hanno, sennò non giocherebbero. Ci vuole un minimo di presunzione, non arroganza. Non è che io sono il più forte, scendo in campo e segno una tripletta. Bisogna lavorare sodo».

THEO HERNANDEZ – «Contro Theo ci ho giocato con la Nazionale. È un top player, le statistiche parlano da sole. Questo dovrebbe essere l’inizio, ha 26 anni. Io sono arrivato al City quando ne avevo 27. Io credo che questo sia il periodo più importante per un difensore, l’apice della carriera, perché siusa molto di più la testa, sia in fase offensiva che difensiva. Se lui avrà bisogno di consigli a disposizione, ma spero di essere complementare con Theo. L’importante è la squadra, non i singoli. I singoli si metteranno in mostra quando staranno bene».

CONCEICAO – «Lui è contento che sia qui ed io devo dimostrare di essere un buon calciatore. Lui ed il suo staff tecnico si sono messi a disposizione, così come la società, che mi ha accolto a braccia aperte. Devo ringraziarla per l’accoglienza e per aver fatto sì che sia tutto semplice. Ora tocca a me rispondere sul campo».

PARAGONE CON HAMILTON – «Grazie delle parole spese. Come ho appena detto, potevo restare a Manchester, avevo ancora un contratto che avrei rispettato. A volte la vita è fatta di sfide. Ci si trova in una situazione dove uno vuole provare qualcosa di diverso. Ho parlato con altri calciatori che non hanno giocato fuori dalla Premier, e ti dicono che con il senno di poi l’avrebbero fatto. Ma quando cè un club come il Milan che si interessano a te, ci sono società alle quali non puoi dire no, e questa è una di quelle. Mi ha rassicurato che il Milan volesse prendermi per davvero, e sentivo fosse la decisione giusta. Spero di terminare bene la stagione, sia a livello personale che di squadra».

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