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Conti: «Derby? Rosico ma questo fa parte del mestiere»

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Andrea Conti parla in occasione del Derby, lui che non potrà giocare per via dell’infortunio al ginocchio ma che sogna i mondiali di Russia

Andrea Conti scalpita per tornare a giocare il più presto possibile, questo lo si evince dalle sue parole, sempre piene di malinconia ma che testimoniano una grande forza d’animo mista ad una voglia di tornare titolare dopo un inizio di stagione incoraggiante, sia con i colori rossoneri che con quelli azzurri della nazionale italiana.Intervenuto come ospite alla trasmissione radiofonica “105 Mi Casa” su Radio 105, condotta da Max Brigante, il terzino rossonero ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

L’ASSENZA NEL DERBY – «Rosico troppo per non poter giocare il derby, non riesco a definirlo…ma queste cose fanno parte del mestiere. Vedo tutti i miei compagni che si allenano tutti i giorni a preparare la partita, io sono lì sul lettino a curarmi, mentre loro preparano la partita».

POST OPERAZIONE – «La riabilitazione è il periodo più palloso, quello più doloroso è relativo ai 15 giorni dopo l’operazione, non potevo muovermi, anche per fare la doccia avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse. Ma ora il difficile è passato».

CONDIZIONI ATTUALI – «I dottori hanno detto che va tutto alla grande e va meglio rispetto al previsto».

CRESCITA INDIVIDUALE – «Da piccolo ho sempre pensato soprattutto a divertirmi, poi gli addetti ai lavori hanno pensato tante cose belle su di me. Dai primi anni di Primavera non ci credevo molto, poi dopo le prime stagioni da professionista ho capito di poter valere».

IL PASSAGGIO AL MILAN –«Non è stato facile lasciare l’Atalanta, sono cresciuto lì ed è stata come una famiglia, ma il Milan è il sogno di una vita e non potevo perdermelo».

SUL RECUPERO – «Sono sei mesi, ma ci si può mettere di meno, rosicchiando qualche giorno».

MONDIALE DI RUSSIA – «Ci credo, i tempi di recupero sono stimati attorno a metà febbraio: c’è qualche partita per dimostrare che ci posso essere, dipende tanto da me e ci credo».

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