2014
Cosa si cela dietro l’umore di Inzaghi?
Filippo Inzaghi è un uomo, prima che un professionista, capace di vedere il bicchiere mezzo pieno ogniqualvolta che una cosa non va come deve andare. Superpippo è così, sa trasmetterti una grande dose di positività in qualsiasi momento senza fermarsi mai. In merito alle sue parole di ieri sera, al termine del pareggio ottenuto contro il Cagliari, traspare infatti uno stato di soddisfazione per un risultato alla fine positivo ma che di certo non equivale ad una vittoria e a un gioco espresso alla grande, anzi; come accaduto già nelle trasferte contro Empoli e Cesena anche contro i sardi il Milan va sotto per poi rimontare, disputando una gara non esaltante.
Riguardo sempre alle dichiarazioni del tecnico rossonero, il punto raccolto al Sant’Elia (alla stessa maniera di quello raccolto domenica contro la Fiorentina a San Siro) non sarebbe da buttare via considerato il terzo posto solitario (in attesa che la Lazio giochi stasera a Verona) e il fatto che contro il Cagliari ma ancora di più contro le squadre di Zeman c’è da sudare fino in fondo e anche un pari in fin dei conti non è male. Magari se si confronta l’andamento di queste prime giornate di campionato con il campionato precedente, in cui sono susseguiti disastri senza sosta, effettivamente bisogna sorridere nel rivedere un club blasonato come il Milan nelle posizioni di vertice, immediatamente dietro alle due battistrada Juventus e Roma. Non si può ovviamente parlare di crisi o di stagione fallimentare dato che siamo solo a nove giornate all’attivo e il cammino è lungo.
Proprio perchè sei il Milan, però, dotato di un blasone unico al mondo, andare avanti con rendimenti altalenanti è una cosa che non ti puoi permettere costantemente. Proprio perchè si è sofferto tanto nelle ultime due stagioni, arrivando nell’ultima a perdere il treno dell’Europa, ci si aspetta un riscatto da Milan, un riscatto tale da lasciarti alle spalle le innumerevoli sofferenze che per una squadra con un palmarès rispettabile non rappresentano dei momenti piacevoli.
Un segnale chiaro va dato, cioè, dimostrare che questo Milan non è più quello degli ultimi anni e che pian piano le cose vanno cambiando. Dal secondo triplete di partite giocato in 8 giorni, sicuramente i tifosi erano convinti di assistere ad uno spettacolo diverso, possibilmente non con soli 2 punti nel saccotto. Fra 3 giorni si riscende in campo, l’avversario di turno è il Palermo, ulteriori passi falsi non sono ammessi se si vuole davvero perseguire l’obiettivo Champions.
Quella è la casa rossonera per eccellenza, la casa dove mister Inzaghi ha fatto sognare nelle sue annate da giocatore. Chissà, forse lui riesce a vedere chiaro davanti a sè poichè la musica dalle grandi orecchie lo ha esaltato spesso e come la musica la sentiva da giocatore la sentirà pure adesso da allenatore, impaziente di riviverla da protagonista e facendo tesoro di ogni partita, anche la peggiore, per costruire gradualmente un nuovo ciclo.