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Costacurta fa il Berlusconi, il primo diktat tattico alla Nazionale
Le prime dichiarazioni di Alessandro Costacurta, seppur condivisibili, lasciano perplessi su un aspetto propriamente gestionale
Facciamo due premesse: la prima è che la nomina di Alessandro Costacurta a vice commissario della Figc è una nota positiva nel calcio italiano. La seconda, invece, è che le ultime dichiarazioni di Billy sull’idea tattica da applicare alla Nazionale sono più che condivisibili: «Un aspetto che valuteremo sarà anche l’idea tattica: non ci sono più squadre che aspettano l’avversario, bisogna dare l’immagine di aggressività e personalità – ha detto l’ex rossonero a Sky Sport – Nelle ultime partite ho visto una squadra impaurita, non so se fosse colpa solo dell’allenatore. Vedere i nostri attaccanti al dietro la metà campo non mi andava giù».
A CIASCUNO IL SUO – Semmai la nota stonata in tutto questo è l’intromissione di un dirigente nelle questioni tattiche proprie di un allenatore. D’altra parte spetterà al prossimo ct dell’Italia scegliere lo schema di gioco più adatto alle caratteristiche di giocatori. Per assurdo, se dovesse arrivare José Mourinho sulla panchina azzurra, dovrà essere libero di applicare il consueto catenaccio che nella sua “bruttezza” ha portato comunque grandi risultati.
DIKTAT – Nel suo (lodabile) tentativo di modernizzare il calcio italiano Costacurta dovrà lasciare totale libertà al prossimo mister. Poco importa se sarà il pressing alto lo schema futuro degli azzurri o la difesa a 5: l’importante è che sia efficace e vincente. Ci accontentiamo di vincere i prossimi Europei anche con una squadra non brillantissima. Ci basta un Totti a fine carriera e Gattuso e Materazzi che randellano francesi e tedeschi a tutto campo.