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CRISCITIELLO: “Inizia una nuova era al Milan, ma sul mercato…”
Il noto giornalista sportivo Michele Criscitiello, nel suo editoriale a TMW, ha parlato anche del Milan e del futuro del club rossonero. Ecco le sue parole:
“Berlusconi e Galliani hanno riempito la bacheca del Milan di trofei e hanno dominato il mondo riempiendo il cuore dei tifosi rossoneri d’orgoglio. Ma nella vita ci sono i cicli: quelli stupendi sono vincenti e durano a lungo. Quelli senza futuro durano poco e si rivelano ben presto dei bluff. Il ciclo di Moratti all’Inter, rapporto vittoria/prezzo è senza dubbio inferiore alle aspettative di Moratti. Gli Agnelli alla Juventus hanno vinto tutto in Italia ma proprio perché hanno vinto tutto in Patria avrebbero potuto fare di più all’estero. I Sensi a Roma hanno vinto molto meno di quanto hanno investito. Il Milan di Berlusconi, invece, ha vinto tutto, ha speso tanto ma sia in Italia che in Europa ha dato lezioni di calcio. Eppure i cicli finiscono. Finiscono come la vita. Berlusconi ha scritto pagine di storia ma ora passa la mano. In molti elogiano Adriano Galliani e fanno bene perché uno che ottiene questi risultati è giusto che scriva il suo nome sui libri di storia. Finita un’era ne inizia un’altra. Rimpiangere quel Milan non avrebbe senso, anche e soprattutto perché quel Milan non esiste più da 5 anni. Inutile far passare il concetto che questo Milan sia lo stesso dell’era Berlusconi-Galliani. Quel Milan stellare è morto con gli addii di Nesta, Ambrosini, Gattuso, Seedorf e Inzaghi. Negli ultimi anni c’è stato un Milan con tante pezze, di qua e di là, che non avrebbe avuto un senso. Berlusconi ha il grande merito di aver capito quando era giusto passare la mano e fare un passo indietro. Se vogliamo paragonare il Milan del futuro a quello del passato non ne usciamo più. Bisogna prendere in considerazione la realtà dei fatti. Galliani lascia una bacheca piena ma un’organizzazione societaria all’età della pietra. I nuovi investitori che entrano oggi nel Milan non si trovano un’area scouting e neanche un’organizzazione dalla quale ripartire. Il club era basato troppo sulla professionalità del singolo (Galliani) e poco sulla struttura societaria. Sembra strano dirlo perché parliamo del Milan ma era quasi una gestione familiare. I nuovi proprietari si ritroveranno un’area comunicazione di grande prestigio ma dovranno lavorare molto su area marketing, stadio e scouting. Perso Gandini, bisognerà trovare un’altra figura di valore. L’ingresso di Massimo Mirabelli è aria pura per questa società. Mirabelli lavora in modo diametralmente opposto rispetto a Galliani. Viaggia molto e vede dal vivo una quantità industriale di partite, ha un’ottima area scouting e non si circonda di procuratori amici o nemici. Naturalmente chi si aspetta da Mirabelli i colpi a gennaio resterà deluso. In inverno bisognerà mettere mano a questa squadra il meno possibile. 4-5 cessioni, uno massimo due innesti mirati per poi rifondare la squadra la prossima estate. Ma attenzione: il Milan ha bisogno di 2-3 anni di lavoro prima di tornare a grandi livelli. La Juventus di Marotta e Paratici al primo anno ha fatto danni veri, la Roma degli americani non è decollata subito, il Napoli di De Laurentiis al primo anno perse i play off di serie C e l’Inter di Thohir non è mai nata. Solo il lavoro porta ai risultati, non le bacchette magiche. Il calcio è una brutta bestia e Mirabelli è il vero top player della nuova dirigenza rossonera. Dietro molte intuizioni di mercato dell’Inter di Ausilio c’era Mirabelli, oggi dietro molte disfatte di Ausilio ci sono Kia e Ramadani. Se anche il Milan diventerà vittima dei procuratori, allora, per Mirabelli la vita sarà molto breve. Aspettiamo il derby di domenica e godiamocelo fino in fondo”.