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Crisi Milan: via la caccia al colpevole
La stagione 2015/2016 del Milan andrà in archivio tra poco meno di due mesi ma è palpabile la netta sensazione che sia già catalogabile come “annus horribilis” per la terza annata consecutiva. Al termine dello scontro campionato, Inzaghi si separò dalla società rossonera: forse i tempi non erano maturi per l’ex attaccante del Milan, troppo acerbo per una panchina come quella del Milan, lasciata vacante in seguito all’esonero di Seedorf nonostante una media punti di tutto rispetto. Lo scorso Luglio, è arrivato Sinisa Mihajlovic, un duro, soprannominato il sergente. Ha firmato per 2 anni. Illuso.
Il serbo ha commesso degli errori nella prima parte del campionato, ha tardato a trovare il modulo “ideale” per la squadra ma, con il 4-4-2 ha conferito dignità ad 11 giocatori che non mostravano tale dote da un paio di stagioni. La debacle di Sassuolo, in aggiunta a quelle con Chievo e Lazio, costeranno l’esonero all’ex allenatore della Sampdoria. Matematico l’addio, troppo evidenti le divergenze con la società e con Silvio Berlusconi. Il patron del Milan, alla guida da 30 anni e qualche mese, andrà contro-corrente rispetto al volere della squadra, schierata a favore di Mihajlovic; il presidente pretende il rinomato bel giuoco, la cui assenza nelle recenti stagioni, in stretta collaborazione con risultati mediocri, ha portato all’esonero dei sopracitati. Come dire, qui comando io. Sono io che elargisco i soldi e voglio risultati.
Già, a proposito di soldi, quest’anno si è speso tanto, forse troppo, per tre giocatori di qualità: Romagnoli (25), Bertolacci (20) e Bacca (30). Tra parentesi il prezzo, non l’età. Il primo e l’ultimo stanno dimostrando alla lunga la bontà delle trattative portate a compimento, Bertolacci invece ha deluso e continuerà a farlo fine al termine della stagione. Il problema non è solo Bertolacci, il quale al Genoa era tra i primi in Italia per tempismo e qualità negli inserimenti offensivi; il problema è chi sta intorno, ossia la squadra in toto, con pochi elementi in grado di far la differenza (non solo a centrocampo) e dai quali si può ripartire nella prossima stagione. Donnarumma, Romagnoli, Bonaventura, Abate, Antonelli e Montolivo: questi sei sembrano avere il posto fisso. Gli altri tutti “cedibili”. Ennesima ricostruzione? Sì ma i soldi ci sono? No. Mr.Bee? No. Stadio? No. Il problema è che si entra in un circolo vizioso senza via d’uscita, come un criceto che gira nella ruota. Bisogna trovare un colpevole, è una punto di svolta necessario. Parte del problema è anche della dirigenza, dell’AD Adriano Galliani, al quale si attribuisce la colpa di un mercato extra-large senza risultati. Ed è vero. La Roma ha intascato 45 milioni complessivi per la coppia Bertolacci-Romagnoli – i giallorossi hanno pagato però 8 milioni al Genoa per il riscatto di Bertolacci prima di riceverne 20 dal Milan -, una cifra assurda che ha portato ancor più alla ribalta il DS della Roma Walter Sabatini, marchiato come “vecchia volpe”. Galliani, invece, è stato fregato.
Proprio Sabatini ha dichiarato qualche giorno fa di volersi separare dalla Roma al termine della stagione: motivi personali, si dice, ma sono evidenti le frizioni con Spalletti, il cui obiettivo è di diventare un manager all’inglese, le cui competenze spaziano dal campo al mercato, ostruendo il lavoro del DS. Sabatini è stato accostato mesi fa al Milan e la notizia fresca fresca potrebbe combaciare con l’anticipazione vecchia vecchia. Potrebbe essere Sabatini il portatore d’aria fresca fresca al Milan? Potrebbe essere Sabatini il riappacificatore tra Barbara Berlusconi e Galliani, altro nodo focale della vicenda Milan? Potrebbe essere Sabatini l’anello che manca al Milan? La sensazione è che, al Milan, non ci sia un aspetto certo e saldo che lasci presagire l’inversione di tendenza. Insomma un lieto fine che farebbe felici tutti i tifosi rossoneri. L’ardua risposta, però, la lasciamo ai posteri, i quali dovranno rispondere ad altre (milioni di) domande. Ecco di sotto l’elenco limitato sulla crisi Milan.
Come può il Milan ritornare ad alti livelli se si cambia allenatore ogni anno?
Come può il Milan ritornare ad alti livelli se Berlusconi scrittura un allenatore che non ha mai prodotto il bel giuoco e poi lo caccia?
Come può il Milan ritornare ad alti livelli con giocatori mediocri, frutto di affari con i “soliti” procuratori?
Come può il Milan ritornare ad alti livelli se si vendono giocatori e poi, dopo qualche anno, vengono riacquistati a prezzo di saldo?
Come può il Milan ritornare ad alti livelli con una dirigenza che non rispetta gli obiettivi d’inizio stagione?
Come può il Milan ritornare ad alti livelli se il PROGETTO non esiste?
P.S. Lo scopo di tale articolo non è di incolpare qualcuno poiché i fatti evidenziano come il colpevole abbia i giorni contati. L’intenzione è quella di centrare l’epicentro di tutti i mali rossoneri. Ammettiamo che non è facile trovarlo. Bravi voi se ci siete riusciti, evidentemente la dirigenza ha bisogno di un vostro suggerimento.