2015

Cristante: “Andrei al Benfica ancora 100 volte. Milan? Tornerò ma…”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Bryan Cristante, ex giocatore del Milan oggi al Benfica, ha così parlato della propria esperienza nella superliga portoghese: “Lo sognavo fin da piccolo, poter diventare grande lontano da casa, da tutto e da tutti: cresci veloce e cresci di più. Lo rifarei tutta la vita”.

Sull’esperienza portoghese: “Sei più solo ma sei più ricco dentro. Il Benfica è un grandissimo club, come lo è il Milan, ma in futuro spero di girare altri Paesi. Lisbona è una città bella ed esigente che vive di calcio, che porta minimo 40mila persone allo stadio e pretende. Finisce che la pressione ti responsabilizza. E poi c’è Rui Costa, il nostro direttore sportivo: con lui parliamo spessissimo di Milan, mi fa un sacco di domande”.

Sul Milan: “Dispiace vedere la squadra in questa situazione, è pure una sorpresa perché avevo fatto con loro tutto il precampionato e non c’erano avvisaglie. Nonostante un allenatore nuovo e tanti giocatori nuovi stavamo trovando un gioco nostro. In ogni caso presto si sistemerà per tornare in alto, dove gli compete”.

Su un possibile ritorno in rossonero:  “Non mi pentirò della scelta fatta, il mio desiderio di un’esperienza fuori è stato più forte della volontà di Galliani di trattenermi e della fiducia che mi aveva dato Inzaghi”.

Sugli altri talenti italiani presenti al Milan: “E con un’intera carriera davanti, come De Sciglio ed El Shaarawy. Sono in un periodo difficile – concede Cristante – ma in futuro faranno ancora meglio di quanto hanno già dimostrato. Non sarò certo io a far parlare di filosofia sui giovani rinnegata. Anche perché nel centrocampo attuale del Milan potevo starci benissimo, e ribadisco: non sono andato via per paura di non farcela ma per la mia voglia di estero. Un’esperienza che mi sento di consigliare a tutti i ragazzi della mia età”.

Sull’incontro tenutosi con Galliani: “Ho incontrato Galliani un paio di settimane fa, rivederlo è stato un grande piacere – rivela Cristante – È il numero uno tra i dirigenti calcistici italiani e ha speso belle parole per me. Mi ha detto, testuale: “Ti consideriamo sempre parte della famiglia”. Il Milan era un sogno quando sono arrivato ragazzino e sarà un sogno anche in futuro. Resta un club glorioso con grandi campioni: sono un tifoso rossonero e chissà, magari un giorno, con un bel po’ di esperienza internazionale in più, tornerò”.

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