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Cucci e il suo commento sul Corriere: dal Milan visto in Champions all’esordio storico di Camarda
Cucci e il suo commento sul Corriere dello Sport: dal Milan visto in Champions League all’esordio storico di Francesco Camarda
Intervenuto sulle colonne del Corriere dello Sport, ha parlato questa mattina il giornalista Italo Cucci riguardo il Milan visto in Champions e l’esordio storico per il calcio italiano di Francesco Camarda. Queste le sue dichiarazioni sul giornale:
PAROLE – «Francesco Camarda – 16 anni, 226 giorni e una sera a San Siro per segnare un bellissimo e storico gol – lo colloco fra gli Amarcord più belli anche se la VAR, mia personale nemica, ancorché a ragione abbia spento in un attimo il suo sorriso, gli abbracci dei compagni e la festa che lo stadio aveva acceso per lui fin dalle prime battute di una partita poi vinta. Per fortuna, sennò sai che pena per quel gol bruciato.
Il Camarda l’ho visto solo giocare, anche nella C che dovrebb’essere un contenitore di sogni e invece è spesso un incubo (pensate alla Juventus Next Gen ultima in classifica, Boniperti si gira nella tomba) e l’ho trasformato in uno dei miei tormentoni perché vittima – l’ho appena scritto – di «quelli che i giovani è meglio che aspettino». Perché i giovani non sono speranze ma certezze: se li incontri (ma soprattutto se li cerchi) devi mandarli subito all’esame di maturità: l’ho fatto con tanti apprendisti giornalisti che son diventati campioni. Qualcuno mi chiama maestro non “alla Ghirelli”, ma perché sono un insegnante delle elementari cresciuto con un maestro prodigioso, Fulvio Bernardini.
Non sto a raccontare quanti giovani calciatori ho “sentito” al nascere, ne cito uno per tutti, Giancarlo Antognoni, visto live a 16 anni al Torneo di Viareggio, applaudito a Verona poco dopo, titolare in Viola, quando il Corsport lo definì “ il nuovo Rivera” mentre Camin di Tuttosport gridava al cielo “è nato un poeta, è nata una stella”. Amarcord di un vecchio cronista? No, nostalgia di un calcio che amava i giovani. In fondo, proprio di ‘sti tempi si menziona Roberto Mancini – che coltivai a Bologna che aveva 14 anni – e della sua ultima felice creatura, Mateo Retegui, nazionale argentino a 19 anni poi azzurro.
Se Camarda è arrivato a splendere sotto le luci di San Siro è certo merito di due uomini di calcio: Stefano Pioli che il baby milanista classe 2008, lo aveva inserito – con delega federale – nella rosa della prima squadra nella stagione 2023-24, facendolo addirittura esordire in Serie A all’83’ di Fiorentina-Milan 0-1 all’ età di 15 anni, 8 mesi e 15 giorni. Così Camarda – ora più ora meno come Renzo De Vecchi il Figlio di Dio – è diventato il più giovane debuttante nella storia della Serie A scavalcato la “bandiera” Paolo Maldini che aveva esordito in rossonero a Udine, a 16 anni, 6 mesi e 25 giorni. Per Camarda, nonostante i legittimi timori di Gravina sul talentificio di casa nostra, è scattata addirittura l’ora del bis, e in eurovisione.E merito di Paulo Fonseca – uno che non è mago né divo ma sicuramente uomo di calcio, checché ne dicano i criticonzi davanti ai recenti fatti – ma anche di un mio complice vip, Gabriele Gravina, che con autorevolezza – creando polemiche – ne ha consigliato l’impiego sollecito al Milan. Detto alla suocera perché nuora intenda? Vedremo Spalletti. Per ora io, soddisfatto, ci metto la firma».