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De Sciglio, bocciatura fatale?
Ci risiamo. Quando arriva il momento di confermare i presagi positivi della semina, Mattia De Sciglio non perviene, e il raccolto è giocoforza deludente. È una storia che si ripete da 4 anni, e il protagonista, nonostante le belle parole proferite in Nazionale prima che lo stesso mettesse in campo una prestazione decisamente insufficiente contro la selezione dell’Irlanda ad Euro 2016, è ricascato nella stessa trappola che nell’ultima stagione al Milan gli è costata un mucchio di panchine, senza dimenticare i bilanci tutt’altro che felici delle precedenti annate. Il problema è che le chances per Mattia sono e continuano a fioccare. D’altra parte non si può certo sostenere che la società non lo abbia accudito in questi anni. Di treni davanti al prodotto giovanile rossonero ne son passati fin troppi, e se prima, almeno, l’età era dalla sua, adesso, in prossimità delle 24 primavere, si può tranquillamente dire che quel vecchio alleato è diventato una forza neutrale. E se prima si sprecavano, ora di paragoni con le ex bandiere rossonere non se ne sentono circolare più tanti, forse perché il campo ha già emesso troppi verdetti nefasti per poter ancora sperare in quello che a questo punto sarebbe un autentico miracolo sportivo per De Sciglio, la sua rinascita. Il Milan dal canto suo è chiamato a prendere una decisione senza rinviare ulteriormente, anche perché i cinesi vogliono logicamente vincere, subito.