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2014

De Sciglio: merita il rinnovo del contratto?

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Ormai da inizio stagione i tifosi sono divisi come USA e URSS durante la guerra fredda. Cosi come nella seconda metà del ventesimo secolo, esistevano due blocchi contrapposti che avevano letteralmente scisso l’Europa, oggi si sta affermando sempre con più insistenza la contrapposizione fra “Descigliani” e “Anti Descigliani” all’interno del tifo rossonero. Tra i primi figurano quei tifosi che credono nel periodo buio del terzino italiano, designandolo ancora come futuro capitano del Milan e che temporeggiano nel valutare questo periodo tetro, tra i secondi, coloro i quali dubitano sempre più insistentemente delle vere qualità di Mattia, rimpiangendo il non averlo ceduto nella precedente sessione estiva. Concretamente, il Milan, deve seriamente valutare il rinnovo del contratto al più presto. Sempre che non voglia cederlo. Infatti, da Gennaio 2016 (metà della prossima stagione) De Sciglio sarà libero di firmare con qualsiasi squadra egli voglia e competere con il Real Madrid, già interessato ad acquisirne le prestazioni sportive lo scorso Luglio, sarebbe complicato.

Perché non rinnovare. Il giocatore, nonostante buone prove nel corso degli anni, non ha mai dimostrato qualità eccelse. Non è particolarmente veloce, non è particolarmente “tattico”, non è particolarmente tecnico né abile nel marcare. Un giocatore apparentemente “normale” che fa della sua caratteristica migliore la costanza. Inoltre, nonostante le numerose lusinghe giunte dal presidente Berlusconi, da Galliani e da Filippo Inzaghi, come dimostrato ampiamente nel caso Ibrahimovic-Thiago Silva, non sono un attestato di sicurezza vincolante. E in ottica bilancio e plusvalenze, si creerebbe un bel tesoretto: i rumors estivi assicuravano alla società una cifra che si aggirava tra i 10 e i 15 milioni di euro.

Perché rinnovare. Agganciandoci all’ultimo punto trattato, con quella cifra non si potrebbe sicuramente ottenere un terzino migliore. Esclusi i parametri zero (difensori degni di questo nome non ve ne sono) non sono presenti grandi margini di scelta. Santon, tanto decantato quanto ignoto ai più (molti ricordano solo l’era Murinho), potrebbe corrispondere al giusto identikit ma almeno fino a Dicembre sarà fuori per infortunio al ginocchio. Anche se, bisognerebbe chiedersi perché non sia mai stato convocato nella Nazionale Maggiore con continuità nonostante l’enorme carenza nel ruolo. Magari è un caso, magari no, ma bisogna tenerlo a mente. Inoltre il Milan non ha mai avuto particolare fortuna in quella zona del campo dai tempi del duo Serginho-Cafù e ormai sono trascorsi quasi sette anni. In questo lasso di tempo, De Sciglio, è stato l’unico a non disonorare la fascia. Bisogna poi considerare che, per com’è strutturato il calcio italiano, nelle difese a quattro i terzini alla Marcelo o alla Dani Alves (sempre che se ne trovino sul mercato a prezzi concorrenziali) non riuscirebbero a esaltare le loro qualità. I contropiedi avversari sarebbero all’ordine del giorno così come le loro doti tecniche offensive completamente sprecate. Infine, tutti i calciatori, anche i cosiddetti “fenomeni”, hanno avuto periodi bui e sfortunati nelle loro carriere. Bocciare un ventiduenne per qualche partita sotto tono sarebbe una mossa scellerata. E alla faccia dell’acclamata “politica giovani”.

Qualunque sia la scelta del Milan, è ora di agire. Nel caso in cui volessero cederlo, il mercato di Gennaio sarebbe l’ultima occasione di ricavare una cifra “significativa” (per quanto possano esserlo una decina di milioni su per giù) per via del contratto in scadenza tra un anno. Nel caso decidessero per il rinnovo del contratto, invece, sarebbe il caso di non procrastinare troppo a lungo quel momento. Approfittando di questo periodo “opaco”, infatti, si potrebbe strappare anche un ingaggio al ribasso mentre aspettare l’estate, significherebbe competere (ipoteticamente) con potenze straniere e rischiare di aumentare le pretese del calciatore o peggio ancora spingerlo a cambiare aria per l’agognato “salto di qualità”. Ebbene sì, il Milan di adesso, per quanto si possa amare la maglia, non è più che un trampolino di lancio e se la società non dovesse agire in fretta potrebbe ritorcersi contro la strategia dei parametri zero.

 

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