2015

Destro e il tabù del numero 9 da sfatare

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Chiuso il mercato di riparazione si pensi adesso a creare il giusto amalgama fra i nuovi acquisti e gli altri elementi della rosa del Milan affinchè pian piano possa ricostruirsi uno spogliatoio che da tempo soffre di una brutta crisi di successi.

Dei giocatori arrivati, sono soprattutto gli attaccanti a dare una certa visibilità e tra questi il nome di Mattia Destro è quello chiamato a mettersi sulle spalle il peso di una squadra da buon centravanti quale si è formato finora. Proprio il centravanti è il ruolo tanto prediletto in casa rossonera, dal presidente Berlusconi classico amante degli uomini d’area di rigore a Filippo Inzaghi bomber della storia milanista. Il numero perfetto da associare a questo ruolo non può essere che il 9, un numero che spesso mette paura alle difese avversarie ma che da tempo è passato di moda al Milan.

Quanti campioni hanno indossato questa maglia, Nordahl, Altafini, Van Basten, Papin, Weah, Inzaghi… e oggi tocca a Destro assumersi questa grande responsabilità di riportare agli albori la numero 9 lasciando degnamente il segno come hanno fatto i suoi precedessori. Gli anni bui che sta vivendo il club, dove le vittorie sono soltanto un miraggio, magari non saranno di aiuto all’ex romanista anche se le difficoltà sono il vero banco di prova dinanzi al quale un professionista deve tirare fuori il meglio di sè. Giunto a Milano sotto i buoni auspici, acclamato dalla folla alla Stazione Centrale, il giovane Mattia ha altresì ricevuto i consigli di Berlusconi sempre premuroso nei confronti delle sue punte. “Stai in area, non fare come Balotelli“. Il monito del numero uno rossonero esigente con le sue punte affinchè giochino il più possibile vicino alla porta avversaria e siano letali nel fare gol.

Costretto a mettere in pratica le parole del presidente e a dare un contributo importante alla squadra per ritornare nelle posizioni che contano, Mattia Destro ha principalmente una maledizione da sfatare, per l’appunto la maledizione del centravanti che con il 9 stampato sulle spalle delude da un paio di stagioni a questa parte nel Milan. Dopo Pippo Inzaghi, grande interprete del numero in questione, chi ha vestito questa maglia ha deluso. Il primo caso fu quello di Alexandre Pato, il Papero precedentemente in maglia numero 7 doveva essere, almeno sulla carta, l’erede di Superpippo. Non ando così, causa un calo del brasiliano dovuto pure agli infortuni ci fu il suo ritorno pochi mesi dopo in Brasile. Il secondo caso fu Alessandro Matri, rigeneratosi l’anno seguente al Genoa e recentemente (ri)preso dalla Juventus. Un flop pure lui, un solo gol realizzato e cessione nella finestra di mercato di gennaio. Per chiudere con Fernando Torres, a lungo vagheggiato ai tempi dell’Atletico Madrid e finalmente divenuto rossonero la scorsa estate. Stessa, incredibile sorte di Matri e di Pato per lo spagnolo, inesistente in campo in questa prima parte di campionato e con le valigie fatte in anticipo per il rientro alla casa madre.

Riuscirà Destro nell’impresa di farci superare le delusioni e regalarci piuttosto gol a raffica come recita il suo biglietto da visita (36 gol su 38 volte che si è trovato in area di rigore)? La strada è lunga e piena di insidie e la situazione del Milan già fuori dalla Champions potrebbe essere un brutto colpo per l’attaccante. Ripartire dai traguardi più piccoli, l’Europa League, tornando poi a combattere per i traguardi più prestigiosi, come quello sopra elencato… Ogni cosa va ricostruita gradualmente.

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