2015
Do you Bee-Lee-ve in AC Milan 2.0?
Continuano a rincorrersi le voci di una possibile cessione societaria sull’asse Berlusconi-Asia. Al momento i nomi più affascinanti sono quelli di Bee Taechaubol, ingegnere thailandese pronto ad offrire 500 milioni di euro per il 60% della società rossonera e Richard Lee, imprenditore cinese interessato al 75% delle quote. Chiunque ne uscirà vincente dovrà cimentarsi nell’ardua impresa di rendere questo Milan una realtà e non un baluardo di un tempo che non c’è più. Dovrà ricostruire le fondamenta di una struttura ormai fatiscente e anarchica. E prima di diventare il Michael Phelps del calcio, dovrà sudare come Benoit Lecomte. Ciò nonostante, è prematuro interrogarsi su argomenti di tal portata, bensì è necessario, precipuamente, coltivare una considerazione più ampia: ormai da mesi le smentite di Fininvest tuonano prepotentemente sul web e tutte le indiscrezioni non hanno mai avuto conferme affidabili. Dunque, questo Milan è davvero così ambito? E soprattutto, vi è mai stato un serio interesse per il passaggio del testimone? La società rossonera è una regina spodestata, priva di fascino tuttavia sana. E per restituirle lo scettro, è necessario più di un intervento non invasivo. Tutto ciò fa rima con “spese e responsabilità” e le difficoltà saranno all’ordine del giorno per almeno un paio d’anni. Debiti da saldare, squadra da rifondare, rivoluzionare lo staff tecnico e stadio da costruire. Insomma, per rispetto dei tifosi e del “Dio calcio”, il Milan non può essere né diventare il passatempo del magnate annoiato, bensì la priorità dell’imprenditore interessato. Questo è il quadro generale, e voi, ci credete? (Do you Bee-Lee-ve in AC Milan 2.0?).