Donadoni: «Il Milan non deve accettare certe condizioni e cadere in errore»
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Donadoni: «Il Milan non deve accettare certe condizioni e cadere in errore»

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Donadoni parla del Milan a Gazzetta dello sport e lo fa sottolineando un aspetto importante della mentalità vincente di un gruppo coeso

Donadoni parla del Milan a Gazzetta dello sport e lo fa sottolineando un aspetto importante della mentalità vincente di un gruppo coeso. Le sue parole.

ULTERIORE TEST- «Sarà un ulteriore test, un banco di prova anche da questo punto di vista. Serve per capire meglio i giocatori che hai a disposizione: la loro reazione mentale sarà significativa, considerando anche che su molti di loro pesa un logorio fisico inevitabile dopo aver giocato così tante partite. Ma credo che chi punta in alto deve farlo come si deve: il Milan pensi a chi gli sta davanti, per quanto complicato sia oggi lo scudetto può ancora pensare di guadagnare punti sull’Inter. Per quello che ha fatto vedere finora, la squadra deve avere questa mentalità. Al contrario non cada nell’errore di voltarsi indietro: se ti guardi alle spalle diventa tutto più difficile, subentra la paura, perdi certezze. La concorrenza agguerrita era  preventivabile e deve essere solo uno stimolo in più: resto fiducioso».

DIFFICILE DIRLO- «Dall’esterno è difficile dire cosa sia successo ma di certo è arrivato il momento di raccogliere tutte le risorse possibili per evitare passi falsi. Vanno cancellati tutti i discorsi collaterali che portano via energia, dal mercato in poi. I rinnovi di contratto sono un tarlo che può restare nella testa dei calciatori, le situazioni ancora aperte andrebbero chiarite il prima possibile».

SU IBRA- «Zlatan è un campione di personalità. Quest’anno non è sempre stato disponibile, ma quando ha giocato è stato quasi sempre incisivo. Fa bene la società a ritenerlo indispensabile. Intorno a lui si dovrà costruire e far crescere, anno dopo anno, un gruppo altrettanto competitivo. Già quest’anno ho trovato piacevoli conferme in Calabria, Kessie e anche Tomori. Tutti e tre si sono dimostrati all’altezza, di spessore anche a livello caratteriale».

UNA SORPRESA- «Nessuno poteva aspettarsi il Milan secondo a questo punto della stagione. Vanno riconosciuti i meriti a tutti, squadra, allenatore e società. Poi è normale che in ogni stagione, anche nelle migliori degli anni ruggenti, ci sia qualcuno che non rende per quanto ci si aspettava. Ma non penso a Tonali: questi mesi gli sono servite per capire come si vive in un club di tale importanza, l’anno prossimo sarà quello della sua affermazione».

VALE ANCHE PER L’ATTACCO- «Da Leao a Brahim Diaz, fino ad Hauge: giocatori di grandi potenzialità, ma che hanno ancora molto da dimostrare.
Ho visto sprazzi di cose buone ma senza troppa continuità, quella che occorre a un buon giocatore per salire a un livello superiore».

SUL PARMA- «La situazione in classifica non aiuta a giocare in maniera spregiudicata e serena: sarà banale ma in condizioni così non resta che gettare il cuore oltre l’ostacolo, tirare fuori tutto quello che c’è. L’ho visto in diverse occasioni: ha perso punti che avrebbe meritato. Mi auguro che i gialloblù riescano
a togliersi da lì».

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