2015

Ecco i rischi del… Milan dei “contropiedisti”

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Il tonfo casalingo con l’Atalanta ridimensiona, e a questo punto spegne anche, le inammissibili ambizioni prefissate dalla dirigenza del Milan e dal patron rossonero in maniera particolare, nell’anteprima dell’attuale annata calcistica del Diavolo. Traguardi assurdi, per altro ribaditi a più riprese da diversi volti della società nel corso della stagione, che purtroppo per i tifosi milanisti, è solo al giro di boa. E il campo? Pur con un organico stra colmo di mezze punte ed esterni, fatto apposta per agire di rimessa, Inzaghi è rimasto preda del modesto vascello bergamasco, che ha costruito di più (dato inquietante) e alla fine ha ampiamente legittimato il successo.

Lascia perplessi l’idea di gioco che il tecnico emiliano ha dato, e continua a dare imperterrito a questo Milan. La squadra è stata impostata sulle ripartenze, eppure si ritrova spesso e volentieri a fare la partita, con percentuali di possesso palla (sterile) stile Barcellona di Guardiola. L’aggravante di questo turno è la compresenza in campo dal primo minuto della miglior cerniera di centrocampo schierabile (Bonaventura, De Jong, Montolivo), che sulla carta avrebbe dovuto garantire il mix ideale di abilità di contenimento, sul gol di Denis, ed impostazione della manovra. E invece siamo alle solite! Urge un cambio di modulo, e non solo… Cerci, Menez ed El Shaarawy offrono scarsissima copertura e sono troppo indisciplinati per reggere da soli il peso di un undici con così tante lacune tecniche, e a totale onor del vero, anche la casella ‘occasioni da gol’ lacrima. Per dire dov’è arrivato l’assurdo in casa Milan

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