2015

Ecco perchè Galliani non conta più

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Dopo 29 anni di grandi botti, qualche colpo a vuoto era preventivabile anche per una vecchia volpe come Adriano Galliani. Ciò che sorprende di più delle ultime campagne acquisti impostate dallo storico ad rossonero, è la perdita di lucidità nel momento della stoccata finale nelle trattative. È stato così per Kondogbia e Jackson Martinez, senza dimenticare che anche su Miranda c’erano già premesse importanti per chiudere, prima che si intromettesse l’altra parte meneghina. Tutti affari condotti con gran fatica alla soglia del traguardo, e svaniti per la maggior rapacità della concorrenza. Impensabile che Galliani d’un tratto abbia perso il fiuto per gli affari, che non sappia più stabilire quand’è il momento di alzare l’offerta per dare il tirone decisivo alla pratica, ma tant’è, gli ultimi fatti testimoniano questo.

BLACKOUT NELLA GESTIONE RINNOVI. Un’indecisione nella modalità di operare del dirigente rossonero, che ha intaccato anche il filone rinnovi, ad oggi fermo ad un solo allungamento (Abate), e ad almeno due “casi irrisolti”. Per Mexes, e soprattutto De Jong, doveva essere solamente una questione di ufficialità, ma il 30 giugno è dietro l’angolo, e sebbene con l’olandese sia già tutto chiarito a parole, senza la firma c’è da scongiurare il rischio di scomodi inserimenti della zona Galliani, appunto.

AL DIAVOLO ANCHE IL DIKTAT. E ultimamente anche la regolina base del mercato rossonero, “prima la vendita, poi la spesa”, non pare essere più così di primaria importanza, tanto che gli esuberi, i vari Zaccardo, Zapata, Muntari sono ancora tutti in organico, felicemente spesati. Che abbia compreso che conviene libarsene quando si manifesti l’opportunità, senza esserne schiavi per un’intera sessione?

In tutto ciò va considerato anche il fattore finanziario. Dietro a modus operandi cautelativi ci può stare tranquillamente la consapevolezza di avere un bacino da gestire in maniera scrupolosa, partendo dal presupposto che chi mette a disposizione i capitali per l’allestimento tecnico del Milan, è ancora Fininvest.

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