2014
Ecco tutta “la gioventù bruciata” da Milanello
Quando si parla di Milan in questi ultimi anni, non si può non fare ricadere il discorso sulla “politica giovani” tanto decantata. E non attuata. Storicamente la squadra rossonera ha sempre vinto con giocatori già affermati e tranne poche eccezioni non si ricordano tanti professionisti cresciuti nel vivaio milanese (Baresi, Galli, Maldini e…?) tanto meno quelli approdati in età giovanissima. Senza andare a disturbare i tempi del grande Milan, possiamo analizzare il problema della società nel far crescere i giovani già dal recente passato. Ecco la lista de “La gioventù bruciata” da Milanello:
I fallimenti maggiori. Dominic Adiyah: nel 2009 si trasferì a Milano dopo aver vinto il Pallone d’oro del mondiale under 20. E’ stato presentato come il giovane dell’anno ma dopo solo cinque mesi senza mai essere schierato in campo, è stato ceduto in prestito per tre stagioni fino alla scadenza del contratto. Molti “perché” sono ancora rimasti in sospeso.
Alexander Merkel: il giocatore tedesco, cresciuto fra le giovanili di Stoccarda e Milan, fece il suo esordio in prima squadra nella stagione 2010/11 accumulando sei gettoni totali. Promettente e dal futuro radioso, rientrò nell’estate nell’operazione d’acquisto di Stephan El Shaarawy e la stagione successiva diventò un titolarissimo del Genoa (Da Settembre a Dicembre 13 presenze). Tornò in prestito nel mercato invernale ma dopo l’infortunio al ginocchio, il buio. Il calciatore uscì completamente dai radar rossoneri nonostante avesse disputato buone partite. Come per il ghanese, tante domande e poche risposte.
Infine, Bryan Cristante: il centrocampista italiano fu uno dei calciatori più promettenti del panorama italiano. Corteggiato da mezza Europa decise di affidare il proprio futuro nelle mani della società rossonera all’età di sedici anni. Fece da spola con la prima squadra sin da giovanissimo ma nel momento in cui avrebbe potuto dimostrare il suo vero valore, gli venne preferito il trentunenne Essien. Giustamente chiese il trasferimento ed oggi un centrocampista di qualità servirebbe come il pane.
I rimpianti più grandi. Matteo Darmian: cresciuto nelle giovanili del Milan, prese parte alla girandola dei prestiti (perché non pronto per la prima squadra) fin quando si accasò definitivamente al Palermo per poi trasferirsi la stagione successiva al Torino, dove milita tutt’ora. Oggi è fra i terzini più forti della nazionale maggiore e della serie A.
Pierre-Emerick Aubameyang: fece parte della primavera rossonera nella stagione 2007-08 e venne mandato per tre stagioni in Francia a fare esperienza fin quando il Sant-Etienne decise di riscattare l’attaccante. Già dalla scorsa stagione è un titolare del Borussia Dortmund, una delle migliori realtà del calcio europeo.
La questione Pato. Sul papero, forse il più grande esempio di “Gioventù bruciata”, potrebbero scrivere migliaia di libri riguardanti la sua vita privata ma noi analizzeremo la responsabilità del Milan sulla sua condizione fisica. Dopo un esordio scoppiettante contro il Napoli, in cui realizzò la sua prima rete in serie A, seguirono quattro stagione da assoluto protagonista fin quando nella stagione 2011-12 iniziò il calvario infortuni. Quindici presenze nelle ultime due stagioni rossonere e problemi fisici che sembravano non volersi risolvere. Dopo varie vicissitudini venne ceduto al Corinthias nel 2013 fra le polemiche, tanto da portarlo a dichiarare:” Io giocavo una partita, mi facevo male, recuperavo e mi infortunavo di nuovo. La colpa è dei medici e dei carichi di lavoro eccessivi per farmi tornare prima in campo”. Aldilà degli scontri società-calciatore, è sicuramente il più giovane giocatore dalle potenzialità maggiori passato da Milanello nell’ultimo decennio.