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EDITORIALE – Mercato Milan fallimentare: facciamo chiarezza sulle colpe
Una caratteristica peculiare del lavoro della nostra redazione è quello di ascoltare il più possibile la “voce” dei tifosi: i loro “malumori”; le loro opinioni e soprattutto i loro giudizi. Ma tra le peculiarità di questo lavoro c’è anche il dovere di fare chiarezza lì dove non c’è, pertanto riteniamo obbligato analizzare caso per caso tutti gli affari “saltati” in questa sessione di gennaio (che, fortunatamente, non è ancora finita) e stabilire una volta per tutte a chi attribuire realmente le singole colpe.
MERCATO FALLIMENTARE: Fino a questo momento l’inattività sul mercato del Milan ha destato non poche perplessità soprattutto dopo alcune fallimentari operazioni in uscita che si sono palesate, quasi a farlo volontariamente, tutte insieme in poche settimane: prima il ritorno di El Shaarawy scaricato anzitempo (e senza obbligo di conguaglio) da parte del Monaco; poi l’affare Luiz Adriano volato in Cina per poi tornare a Milano con l’aereo successivo ed infine l’operazione Diego Lopez al Besiktas ancorata e fallita nel giro di poche ore.
MERCATO MILAN / CASO EL SHAARAWY: Quando in estate l’operazione fu vagliata in pochi avrebbero ipotizzato un finale tanto “particolare”. El Shaarawy non giocava con continuità da mesi, i problemi fisici ed alcune scelte tattiche non gliel’hanno permesso, ed una sua cessione sembrava essere la via più sicura per liberare un posto troppe volte vacante nel reparto offensivo rossonero. Così arrivò il Monaco che propose al Milan un prestito oneroso (due milioni di euro) più un obbligo di riscatto di 16 milioni applicabile solo qualora il giocatore avesse disputato un tot di partite con la compagine monegasca.
Tutti sappiamo che tali presenze El Shaarawy non le raggiunse (gliene mancava una) e così il Monaco si sentì libero di restituire il Faraone al Milan senza dover versare neanche un centesimo nelle casse rossonere. Per spiegare al meglio l’accaduto occorre però fare un piccolo passo indietro e riportare le parole pronunciate dal tecnico del Monaco Jardim che in seguito ad una sconfitta parlò così del proprio numero 22:
“Stephan gioca quando la squadra ha bisogno di lui e non gioca se non ce n’è bisogno. Non ha giocato molto nei due anni passati e non è fisicamente in grado di giocare tre partite di seguito” (Jardim, 17 dicembre 2015)
Parole pesanti che anticipavano già quale sarebbe stato il futuro di El Shaarawy al Monaco; quel “non è fisicamente in grado di giocare tre partite di seguito” sottolinea come la condizione fisica del Faraone non fosse migliorata neanche dopo 5 mesi nel principato. Un giudizio definitivo che riporta alla mente i tanti problemi fisici evidenziati dal 92 rossonero anche negli anni precedenti. Dunque di chi è la colpa per il mancato “funzionamento” della Love Story tra El Shaarawy ed il Monaco? Probabilmente di entrambi: troppo fragile il giocatore, mai completamente al 100% della condizione durante il suo soggiorno nel principato; troppo impaziente il club francese, mai del tutto convinto di riscattarlo.
MERCATO MILAN / CASO LUIZ ADRIANO: Sicuramente uno delle operazioni di mercato più “folli” degli ultimi anni ma anche più lineare e facile da analizzare. Luiz Adriano in Cina suonava come una di quelle occasioni irripetibili (per la sua peculiarità più che per la sua importanza mediatica) che il mercato offre. Il Milan avrebbe incassato la bellezza di 14 milioni di euro ed il centravanti brasiliano quasi 8 milioni all’anno: cifre fuori mercato, incredibili ma che in questo pazzo mondo (del Calcio) non si presentano per la prima volta.
Perciò tutto pronto, Luiz Adriano saluta i compagni, fa le valigie e parte per la Cina dove lo attendono i dirigenti del Jiangsu con il contratto “da Re” pronto ad essere firmato.
La verità però è che quel contratto dalle cifre iperboliche in realtà non è mai stato scritto. Sì, perché ciò che spinse Luiz Adriano a non firmare per il club asiatico fu proprio la mancanza di garanzie sottolineato da quell’incredibile spazio bianco e vuoto accanto alla dicitura “Stipendio”:
“In realtà non avrei avuto alcuna garanzia salariale. Loro non volevano inserire il corretto importo nel contratto. Io non lavoro in questo modo ed è questo che ha fatto saltare il mio arrivo allo Jiangsu Suning”. (Luiz Adriano, 20 gennaio 2016)
Come dicevamo, dunque, in questo caso ci sarebbero pochi dubbi nell’assegnare le colpe di questa fallimentare operazione: proprio il Jiangsu, reo di averla “sparata grossa” in sede di trattativa, ha ritrattato in modo poco professionale proprio nel momento della firma del contratto come a dire “Beh, dopo tutta questa strada… Firma lo stesso”. Un comportamento imprevedibile, esattamente come lo è stata l’intera operazione, e su cui poco avrebbe potuto fare di più il Milan che, va ricordato, avrebbe ugualmente incassato 14 milioni per la cessione del giocatore.
MERCATO MILAN / CASO DIEGO LOPEZ: Il declino di Diego Lopez nel corso di questa stagione è stato già ampiamente analizzato nel corso di questi mesi: prima alcune papere non proprio da lui; poi le accuse di non riuscire a trasmettere tranquillità all’intero reparto ed infine l’esplosione del 16enne Donnarumma che, da un giorno all’altro, gli ha preso il posto. Nonostante questo però il portiere spagnolo non ha mai smesso di onorare la maglia rossonera allenandosi con professionalità e dispensando consigli utili al proprio giovane “compagno-rivale”. Una vera e propria chioccia che, insieme ad Abbiati, hanno avuto il merito di aver fatto crescere con tranquillità il talento incredibile del giovane Donnarumma, una delle poche note liete dell’intera stagione del Milan.
La voglia di giocare però è tanta e Diego Lopez, ex portiere titolare del Real Madrid, non ha mai nascosto la possibilità di cambiare aria qualora se ne fosse presentata l’occasione: Inghilterra, Spagna, Francia mete gradite ma che sembravano non ricambiare; lo fece invece la Turchia, precisamente il Besiktas, che al portierone rossonero presentò un’offerta di contratto leggermente più alta rispetto a quella percepita al Milan in questa stagione. Ma niente, purtroppo la Turchia non è meta gradita all’estremo difensore rossonero che, in piena autonomia, ha preferito rifiutare ed aspettare nuove offerte.