2014
El Shaarawy è davvero un giocatore da Milan?
Stephan El Shaarawy, quale mistero si nasconde dietro il Faraone? In un periodo pieno di crisi, di certezze smarrite, di fasi calanti e di giocatori che non sanno più ritrovarsi, il tutto circonciso in un clima di vera e propria caduta per il Milan, l’attenzione non può non andare (ormai è una costante) in primis su quei nomi che avrebbero dovuto fare la differenza ma che invece sembrano essere entrati in un tunnel senza via d’uscita. Gli attaccanti o meglio coloro i quali hanno il compito di trasformare un pallone in gol sono tra i principali responsabili delle innumerevoli problematiche rossonere che si trascinano dietro da tanto e ogni giorno ce n’è sempre uno a far discutere. Degli attaccanti milanisti attuali, El Shaarawy è quello che veste da più tempo la maglia del Milan, precisamente dalla stagione 2011/12: per lui finora lampi di genio ma anche momenti di flessione consistenti.
Ciò non lo si spiega facilmente, del resto ogni giocatore vive delle fasi belle e altre meno nel corso della sua carriera, solo che quando le fasi meno belle iniziano a prendere il sopravvento, specialmente per un giocatore di soli 22 anni, rialzare la testa (pardòn, la cresta) non è poi così semplice. Stephan era arrivato al Milan sotto una buona luce, reduce da una buona stagione in Serie B con il Padova arrivato fino ai play-off per la Serie A. Naturalmente, davanti a gente quale Ibrahimovic, Robinho, Pato, Boateng, Cassano, Inzaghi non ti inserisci certo da subito. Sei giovane e se vuoi metterti in mostra devi farlo durante gli allenamenti settimanali e nel momento in cui l’allenatore ti chiama in causa. Così è stato anche per lui: Stephanino ha sempre saputo rispondere presente, segnando anche gol pesanti, in attesa di una consacrazione. La stagione successiva, orfana di tanti campioni al loro passo d’addio in quella precedente, vede un El Shaarawy in splendida forma, nei panni di trascinatore di una squadra che già aveva fatto capire di non essere più quella di una volta. Il tutto fino al derby di ritorno contro l’Inter, dove il Faraone sigla il gol del vantaggio ma il pareggio di Schelotto nella ripresa gela i sogni di vittoria dei rossoneri aprendo contemporaneamente una lunga fase di astinenza dell’attaccante savonese, dovuta altresì a qualche brutto infortunio senza però trascurare l'”ombra” di una concorrenza tale da frenare bruscamente il suo rendimento.
La concorrenza fa male per chiunque aldilà degli ostacoli di natura fisica anch’essi letali ma sta nelle capacità di quel giocatore sapere superare le avversità. Cosa che El Shaarawy non ha ancora saputo dimostrare pienamente. Prima, (era però comprensibile) la presenza dei campioni sopra citati non poteva permettergli di esplodere nell’immediato, dopo, la partenza (e il calo) di quegli stessi campioni aveva messo il Faraone nelle condizioni di esplodere fino a quando quel maledetto derby e l’arrivo di qualche altro giocatore come Balotelli hanno spento El Shaarawy per lungo tempo, riaccesosi solo un mese fa con uno splendido gol alla Sampdoria per poi ripiombare di nuovo nel buio.
Il punto sul quale riflettere è questo: Da Ibrahimovic e compagnia a Balotelli, quando sono questi nomi a dominare la scena El Sha non riesce ad essere protagonista e lo stesso vale anche adesso nonostante il Milan continui a vivere un periodo fuori dai vertici. Oggi è Menez il giocatore che trascina restando però sempre all’interno di un organico medio in cui da gente della classe di El Shaarawy ci si aspetterebbe di più. Ci si chiede insomma se davvero sia un giocatore all’altezza del rossonero considerata questa incapacità di esprimersi al meglio davanti a giocatori almeno sulla carta più forti di lui. L’ultima parola non è ancora detta, solo che astinenze da gol e presunti fuoriclasse i quali rubano la scena non devono più esistere per Stephan El Shaarawy se vuole veramente dimostrare di meritarsi il Milan.