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ESCLUSIVA MN24 – Avv. Zoccali (Olympialex): «Ecco come cambia il diritto sportivo»
Intervistato in esclusiva da Milan News 24, l’esperto di diritto sportivo e fondatore di Olympialex, Antonio Carmine Zoccali
All’indomani dell’ultima riunione della Figc che ha sancito, tra le altre cose, anche le date di chiusura del prossimi campionato, la redazione di Milan News 24 ha voluto sentire in esclusiva un esperto del diritto sportivo: l’avv. Antonio Carmine Zoccali, fondatore di Olympialex, il portale di riferimento per il diritto dello sport in Italia e in Europa, un’autentica Bibbia per tutti coloro che operano nel settore sportivo a livello nazionale e internazionale.
Escludendo gli anni di guerra e immediato dopoguerra, ci troviamo dinanzi a un “unicum” storico, potrebbe farci un breve quadro generale dell’attuale e anomala situazione, alla luce degli ultimi provvedimenti assunti ieri dalla FIGC, anche sul piano del diritto sportivo?
«Il periodo surreale che stiamo vivendo ha colto impreparato anche il mondo dello sport, rivelando tutta la fragilità delle regole che lo governano: non esiste in questa fase emergenziale alcuna norma specifica cui fare riferimento, sia rispetto all’ordinamento sportivo nazionale, sia rispetto a quello internazionale».
LA PAROLA AGLI STATI – «La FIFA, ossia la massima espressione del calcio mondiale, ha ufficialmente riconosciuto che la pandemia in corso rientra tra quei casi di forza maggiore – al pari per intenderci di un terremoto, una guerra, un uragano, una rivolta, secondo la prassi internazionale – tali da rendere possibile deroghe alla normativa vigente sui contratti dei calciatori e sul periodo di calciomercato. In questa fase di assoluta incertezza, la palla dunque è passata ai singoli stati e le soluzioni adottate non potranno che essere differenti, legate inevitabilmente agli sviluppi dell’emergenza sanitaria e alle diverse sensibilità e capacità di fronteggiarla: in Francia si è deciso di concludere anzitempo i campionati, assegnandoli a tavolino, in Germania si è ripreso lo scorso weekend in un clima a dir poco grottesco, coi calciatori impossibilitati ad abbracciarsi dopo un gol ma perfettamente incollati in barriera, da noi si proverà a ripartire il prossimo 13 giugno, campionati dilettantistici a parte per i quali è stato previsto lo stop assoluto».
LE SOLUZIONI DELLA FIGC – «Il Consiglio federale della FIGC ha ipotizzato ieri diversi scenari per i tre campionati professionistici in corso, prevedendo di concluderli al massimo entro il prossimo 31 agosto. In caso di ulteriori rallentamenti, spazio alla formula playoff e playout o, nell’ipotesi peggiore, alla definizione della classifica finale con promozioni e retrocessioni da individuarsi secondo criteri che premino il merito sportivo; i provvedimenti sulle promozioni e retrocessioni dei dilettanti sono stati invece rinviati alla prossima riunione federale di giugno».
Gli interessi in gioco sono molteplici e il rischio di collasso del sistema è elevatissimo. Quali sono le principali novità dell’ultimo “Decreto Rilancio” in tema di sport e cosa ne pensa?
«Dice bene, la situazione è delicata e le conseguenze economiche potrebbero essere devastanti per molte realtà. Sarà davvero complicato contemperare tutti gli interessi in gioco, tutelando allo stesso tempo i lavoratori dipendenti, i club, gli sponsor, i broadcaster, e in fondo anche i tifosi: a pagarne le conseguenze saranno inevitabilmente e come sempre le realtà minori».
POTERE DECISIONALE – «Il rischio di una vera e propria alluvione di ricorsi nei prossimi mesi è grande e non posso che condividire le ultime decisioni del Governo in tema di giustizia sportiva. La FIGC non aveva mai ottenuto un simile potere decisionale, prescindendo cioè da quello preventivo del CONI: sarà libera di assumere qualsiasi provvedimento relativo all’annullamento, alla prosecuzione e alla conclusione delle competizioni e dei campionati, ivi compresa la definizione delle classifiche finali, per la stagione sportiva in corso, nonché i conseguenti provvedimenti relativi all’organizzazione, alla composizione e alle modalità di svolgimento delle competizioni e dei campionati per la successiva stagione sportiva 2020/2021».
POSSIBILI RICORSI – «Inoltre, per i probabili ricorsi che seguiranno, si accorciano ulteriormente i tempi della giustizia sportiva: si ricorrerà direttamente dinanzi al Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI – che in tempi di pace opera come giudice sportivo di ultima istanza, per intenderci una sorta di Cassazione sportiva – saltando tutti i gradi di giustizia federali, e la sua decisione potrà essere impugnata inderogabilmente dinanzi al TAR del Lazio, sede di Roma, entro 15 giorni dalla sua pubblicazione».
Questione stipendi: la Fifa ha detto la sua ricordando ai club l’obbligo di rispettare gli accordi già presi con i propri atleti. Tuttavia diverse società, ad esempio Barça e Juventus, sono riuscite a procedere con un “taglio degli ingaggi” attraverso specifici “accomodamenti” con i propri tesserati. Può spiegarci come sono stati possibili questi accordi dal punto di vista legale, che facoltà hanno le società e quale creda sarà la prassi adottata dalle parti?
PREMESSA – «L’ordinamento giuridico dello sport è per sua natura autoreferenziale – caratterizzato da norme specifiche e spesso derogatorie dei principi dell’ordinamento statale – e per certi versi autonomo, fintantoché gli interessi in gioco sono relativi allo svolgimento delle competizioni sportive, ma mai indipendente, in quanto derivato da quello ordinario, nel momento in cui andrà a incidere su situazioni giuridiche soggettive rilevanti appunto per l’ordinamento statale. Nonostante la sua specificità, pertanto, il diritto sportivo rimane sempre custode e depositario dei diritti fondamentali del lavoratore subordinato, regolati dal diritto civile».
QUESTIONE STIPENDI – «Bene, questa breve premessa per sottolineare come, a mio avviso, anche in questa fase emergenziale il rapporto di dipendenza lavorativa dell’atleta nei confronti della propria società rimane sempre in essere. Nonostante l’impossibilità per l’atleta di scendere in campo, il suo contratto di prestazione sportiva rimarrà in vigore nel momento in cui, ad esempio, lo stesso non sarà libero di rientrare presso la propria abitazione o dovesse seguire un determinato programma di preparazione o ancora un rigido regime alimentare, e dunque il taglio del suo ingaggio o qualsiasi altra misura di riduzione dei suoi emolumenti dovranno sempre derivare da un nuovo accordo tra le parti, certamente non potranno mai essere imposti dalla società o avvenire unilateralmente».
ACCORDO SQUADRA-GIOCATORE – «Il buon senso e il coraggio dovrebbero ispirare ogni comportamento delle parti in causa in questo momento; non ci resta che sperare in altre virtuose iniziative da parte degli atleti stessi – soprattutto da parte dei più privilegiati, tesserati per le squadre di massima serie – che vadano autonomamente incontro ai sofferenti bilanci societari, per il comune interesse alla salvaguardia del sistema, come avvenuto a Torino e a Barcellona».
Questione scadenze: molti atleti, ad esempio Bonaventura al Milan, vedranno scadere naturalmente il proprio contratto di lavoro il prossimo 30 giugno. Qualora il campionato dovesse riprendere e chiudersi come detto entro agosto, vi sarà la proroga di questi accordi? Ci saranno differenze con gli atleti in prestito dalle altre squadre (ad esempio Kjaer o Begovic nel Milan) che tecnicamente il prossimo 30 giugno dovranno tornare nei rispettivi club di appartenenza?
«Questa è una delle grandi questioni su cui si è espressa di recente la FIFA tramite la pubblicazione di un documento (FIFA COVID-19 Football Regulatory Issues) che raccoglie alcune linee guida relative a questa emergenza. Tutte queste previsioni generali andranno declinate caso per caso, a seconda delle decisioni assunte dalle singole federazioni nazionali, condizionate evidentemente dall’incidenza della pandemia sui loro territori».
ELASTICO TEMPORALE – «La FIFA ha previsto una sorta di elastico temporale all’interno del quale ogni federazione potrà muoversi. Una determinazione epocale se pensiamo che di norma tutto ciò che ruota attorno al calcio professionistico in Europa termina il trenta giugno e riparte il primo luglio di ogni anno, dai contratti ai campionati».
SCADENZA CONTRATTI ESTESA – «In attesa di ulteriori novità da parte delle istituzioni nazionali e sportive, possiamo affermare con certezza che la durata degli accordi in essere andrà estesa fino al momento in cui realmente si chiuderà la stagione e dunque tale proroga varrà sicuramente sia per il caso di Bonaventura, sia per quelli di Kjaer e Begovic. Solitamente, tra l’altro, negli accordi internazionali vengono inserite delle clausole che già prevedono un’estensione automatica della durata del rapporto di lavoro con il calciatore, nelle ipotesi in cui la stagione sportiva non si concluda entro la data preventivata. Il Milan, insomma, non rischia di perdere anzitempo i suoi calciatori in scadenza il prossimo 30 giugno».
Maldini e Boban hanno dato vita a due sfoghi che hanno generato non poche polemiche. Tuttavia uno è stato licenziato (Boban), l’altro no. Potrebbe fare chiarezza sull’accaduto?
«Maldini probabilmente non rientra più nei piani della società ma le sue recenti dichiarazioni non mi risultano incendiarie come quelle di Boban, tali da giustificare un nuovo licenziamento per giusta causa. Zvone ha peccato un po’ di ingenuità nel tuonare in quel modo contro il suo AD: l’ex dirigente croato avrebbe potuto muoversi in maniera più accorta, se come immagino la frattura tra i due era divenuta insanabile, rassegnando le sue dimissioni con contestuale richiesta di risarcimento danni alla società. A ogni modo all’amministratore delegato di un grande club come il Milan non può essere di certo preclusa la possibilità di intrattenere, in piena autonomia, certi rapporti di tipo esplorativo derivanti proprio dalla natura del suo ruolo. La vicenda è controversa, non ne conosco i dettagli e so che ha già avuto una coda legale».
(Ringraziamo l’Avvocato Antonio Carmine Zoccali per la gentile concessione)