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Euro 2020: quanti record timbrati dall’Italia di Roberto Mancini

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Una di quelle avventure che rimangono negli anni e che diventano parte della nostra integrante del nostro calcio. In effetti, in pochi avrebbero mai potuto pronosticare un simile percorso da parte degli azzurri, che hanno saputo travolgere tutte le avversarie, a parte la Spagna, con un gioco caratterizzato da pressione alta e possesso palla.

Già alla fine della fase a gironi si poteva notare, come ben messo in evidenza sul blog sportivo L’insider da parte di due grandi ex che hanno vestito la maglia azzurra, ovvero Fulvio Collovati e Claudio Gentile, come l’Italia avesse una marcia in più in confronto a tante altre avversarie, che non sembravano certo così brillanti come gli azzurri. 

A partire inevitabilmente dalla Francia, che pareva scendere in campo ogni volta con una spocchia decisamente insopportabile, che è stata poi la causa principale che ha portato i transalpini a uscire già agli ottavi di finale contro la Svizzera ai calci di rigore, rimontati a pochi minuti dalla fine, dopo aver raggiunto ben due gol di vantaggio.

Mancini e quella voglia di stravolgere ogni record

Dal momento in cui Roberto Mancini ha preso posto sulla panchina azzurra, ecco che l’Italia ha modificato radicalmente il proprio modo di giocare. Rispetto alla gestione Ventura, in effetti, sono tanti gli elementi di diversità. Due Nazionali differenti, anche se i confronti non sono mai corretti. L’ex tecnico dell’Inter ha avuto il grande merito di propendere per la ricostruzione, mettendo al primo posto il coraggio di puntare sui giovani.

La Nazionale è stata in grado di portare a casa quello che è solamente il suo secondo titolo europeo. Sembra paradossale, visto anche le varie volte in cui gli azzurri sono andati vicinissimi alla vittoria, come nel 2012 piuttosto che nel 2000, eppure si tratta solo della seconda volta che la coppa dei campionati Europei è stata alzata al cielo.

La prima volta avvenne nel lontano 1968, quando la Nazionale di Valcareggi riuscì nell’impresa di battere ogni tipo di maledizione e alzare al cielo la coppa. Dopo 53 anni, Roberto Mancini riporta l’Italia sul tetto d’Europa: è la distanza di anni maggiore tra due trofei conquistati da parte di una Nazionale in tutta la storia degli Europei.

I primati centrati dalla banda di Mancini 

Numero cinque: non prendetela come una classifica da seguire in maniera rigorosa, quanto piuttosto sul fatto che Mancini è diventato il quinto allenatore a entrare in una sorta di fascia decisamente elitaria. In effetti, sono ben pochi gli allenatori che possono dire di aver vinto qualcosa di importante sulla panchina della Nazionale.

Tra questi, troviamo indubbiamente Vittorio Pozzo, protagonista di un’indimenticabile doppietta, conquistando il Campionato del Mondo nel 1934 e poi anche nel 1938, in un calcio di altri tempi, in cui si stava purtroppo entrando nella Seconda Guerra Mondiale, dove indubbiamente si giocava anche molto di meno e il fattore età faceva molto più la differenza rispetto ad ora.

Dopo il 1938, per l’Italia sono arrivati solo piazzamenti d’onore, fino al 1968, quando Ferruccio Valcareggi riuscì a portare gli azzurri in cima all’Europa. Quattordici anni dopo, Enzo Bearzot riuscì a guidare la spedizione azzurra al terzo mondiale della sua storia, vinto nel 1982 in Spagna. Bisogna aspettare altri 24 anni, ovvero il 2006, per vedere un’altra Nazionale, questa volta guidata in panchina da parte di Marcello Lippi, vincere il titolo Mondiale. 

Mancini, con la sua Nazionale stravolta nel gioco e nelle idee, ha fatto segnare il record in termini di gol segnati in una competizione del genere nella storia dell’Italia, ma anche il possesso più alto, 65,6%, in una finale di un campionato Europeo.

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