HANNO DETTO
Faivre: «In Serie A c’è talento. Mi sto allenando per il Milan»
Romain Faivre, trequartista del Brest corteggiato dal Milan, ha parlato a La Gazzetta dello Sport, rilasciando dichiarazioni forti sul mercato
Romain Faivre, trequartista del Brest corteggiato dal Milan, ha parlato a La Gazzetta dello Sport, rilasciando dichiarazioni forti sul mercato. Ecco le sue parole:
Sul Derby e Maldini – «Che spettacolo! Avrei voluto essere in campo anche io. Maldini? Quando ti chiama una leggenda come lui ti senti valorizzato, fai di tutto per giocare nella sua squadra».
Sul ruolo – «Sono a mio agio nel cuore del gioco, ma la polivalenza è una qualità nel calcio moderno. L’importante è esprimere la creatività per aiutare la squadra. Assist, gol o dribbling? Un tempo avrei detto il dribbling, oggi gol e assist».
Il suo idolo – «Ronaldinho. Con lui ho amato il calcio. Da tifoso parigino mi ispiravano i suoi dribbling, la visione del gioco, l’efficacia per far gol e farne fare. In camera avevo tutti i suoi poster dal Psg, al Barcellona al Milan».
Sul corteggiamento del Milan – «Fa davvero piacere sapendo che la mia carriera è iniziata di fatto solo la scorsa stagione. Sono convinto che per imporsi in squadre come il Milan bisogna prepararsi in anticipo. Così ho un preparatore atletico personale tre volte a settimana, un nutrizionista per mangiare sano, ma non cucino io…Infine un preparatore mentale per imparare a gestire meglio emozioni e pressione tipiche dei grandi club come il Milan».
Sui francesi tra le file dei rossoneri – «Conosco Ballo-Touré dai tempi del Monaco. Mi dice che il Milan è una grande società, con grandi ambizioni, con tifosi fantastici. Anch’io sono ambizioso. Insomma, c’è tutto perché funzioni».
Sul gioco di Pioli e Ibrahimovic – «Ibra è un giocatore incredibile che seguivo pure da tifoso del Psg. E comunque al Milan tutti i giocatori sono di alto livello. Mi riconosco nel gioco di Pioli, nella volontà di fare bel gioco per vincere. Lo dimostra in campionato. In Champions meriterebbe qualche punto in più».
Sul preferire la Serie A alla Premier – «La Serie A è un campionato appassionante, con tante grandi squadre, dal Milan alla Juve, dall’Inter al Napoli, alla Roma. E poi è il campionato dei campioni d’Europa. L’Italia ha vinto con molti giocatori di Serie A. La prova che da voi c’è molto talento».
I giocatori italiani che l’hanno ispirato – «Del Piero, per lo stile e il suo sinistro. Pirlo per l’eleganza. E al di là del ruolo, Buffon, una leggenda. Tutti grandi esempi».
Su Henry – «È già incredibile averlo come allenatore. Lui dà molta fiducia ai giovani. Mi disse solo di fare quel che so fare: attaccare, dribblare, creare, rispettando le indicazioni di squadra».
Pregi e difetti – «Per imporsi nel calcio è necessario avere personalità e carattere, anche per sfidare grandi star come quelle del Psg. A casa sono un tipo tranquillo, ottimista, in campo sono un guerriero, non temo nessuno. Sono tecnico con una buona visione del gioco. Devo migliorare la fase difensiva».
Sul Mondiale – «Fino a un anno fa ero l’unico a crederci. Ma sono molto ambizioso e nella vita è importante credere nei sogni. La Serie A può aiutarmi a realizzarli. Ma nel calcio si va per tappe. Il 21 affronto il Lens, poi a gennaio vedremo».