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La crisi non è finita, Fassone: «Montella? Non si può più sbagliare»
Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha parlato chiaramente del futuro di Montella e sui piani societari dei prossimi mesi
Intervistato da La Stampa, Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha così parlato dell’andamento del Milan tra campionato ed Europa League: «Nessuno aveva pensato che con una squadra così rinnovata non ci sarebbero stati problemi, ma di sicuro siamo indietro rispetto ai programmi. Quanto? Di 5-6 punti. L’obiettivo era tenere a corta gittata il quarto posto per tutto il girone di andata, assestarci e dare la scalata alla zona Champions nel ritorno. Chiaro che i margini di recupero ci sono, ma non possiamo più permetterci di sbagliare».
SU MONTELLA – «È stato scelto da noi e ha tutta la nostra fiducia. Panchina a rischio in caso di passo falso col Genoa? Inutile ragionare sui se e sui ma, qui dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione per trovare una via di uscita. Manca la scintilla, il gol che fa invertire la rotta. Ma sono convinto che ce la faremo».
SULLA POLEMICA TRA MONTELLA E MIRABELLI – «Non è questione di pressione – spiega l’ad milanista – il Milan è stato costruito per ottenere certi risultati: non stanno arrivando e abbiamo il dovere di essere trasparenti con i nostri tifosi. Siamo tutti a tempo. Compreso il sottoscritto. Montella-Mirabelli? Non si è strappato niente. Stiamo tutti dalla stessa parte».
SU BONUCCI – «Ci sono persone contente quando togli loro delle responsabilità e altre che invece sono nate per averne. Bonucci appartiene alla seconda categoria. È vero, non sta rendendo per quello che è il suo valore. Ma anche lui sta pagando la situazione generale».
OBBLIGO CHAMPIONS – «Piano con la parola obbligo. La Champions è fondamentale per il nostro progetto: mancarla, però, non blocca i piani. Ritarderemo di un anno e troveremo il sistema di equilibrare la mancata entrata degli introiti Champions con la cessione di uno-due top player».
SU YONGHONG LI – «Questo scetticismo è anche un po’ fastidioso, se fossimo in Inghilterra in pochi ci farebbero caso. Io dico solo che la proprietà quest’anno ha fatto un aumento di capitale di 49 milioni e non sono soldi prestati all’Ac Milan. E presto ne farà un altro. L’obiettivo è triennale, far crescere i ricavi e poi mettere sul mercato azionario, alla Borsa di Hong Kong, una fetta della società».
SU MILAN CHINA – «Normalmente ci sono tre gambe che sostengono un club. I diritti tv, i ricavi dallo stadio e dal merchandising. Noi ne abbiamo una quarta, il lavoro sul territorio cinese. Il nostro lavoro partirà dal basso, un lavoro con gli istituti scolastici governativi compatibile con il modello didattico cinese. Noi guadagneremo con merchandising e licensing. La scelta delle scuole è appena partita, se ne sta occupando una newco con sede a Pechino, la AC Milan Beijing Sport development. Fair Play finanziario con la Uefa? A luglio i nostri progetti erano frecce tracciate sui fogli di carta. Ora è tutto più definito. Siamo fiduciosi».