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Fassone: «Vorrei completare il debito con Elliot nel primi mesi del 2018»

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Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha parlato della strategia per rientrare dai debiti accumulati dalla proprietà rossonera

Intervenuto all’interno dell’evento “Il Calcio Globale” organizzato da Wired Italia, Marco Fassone, amministratore delegato del Milan, ha così parlato del nuovo modo di comunicare molto “social” indetto dalla nuova dirigenza rossonera: «Questa è una delle strade che abbraccia il tema della comunicazione, dal nostro punto di vista i tifosi ricoprono un’importanza notevolissima, lo dico sempre. Abbiamo due azionisti: i shareholders, la proprietà, e i milioni di persone che amano e seguono il Milan. E ritengo che noi tutti del Milan, specialmente per il momento storico che stiamo vivendo del tutto particolare che viene dopo 31 anni di proprietà straordinaria che per 27 ha vinto veramente tutto e portato il Milan in cima al mondo e tra i club più amati al mondo, riteniamo noi da manager di dover assolutamente essere trasparenti: così come facciamo da un lato con i nostri azionisti formali, con il nostro proprietario, anche con i nostri azionisti quotidiani, i nostri tifosi, grazie ai quali abbiamo cercato di intervenire in questo dialogo di assoluta trasparenza e casa di vetro, soprattutto dal punto di vista calcistico. Ma confermo questo interesse crescente per la parte più economica e gestionale».

FAIR PLAY FINANZIARIO – «Nei primi anni la possibilità di sottoscrivere un voluntary agreement non c’era, e c’è già stata una prima revisione su alcuni parametri della UEFA. Come tutte le norme che nascono poi si adattano progressivamente a quella che è la realtà dei fatti, molti club hanno trovato un escamotage per eluderla con prestiti con obblighi ad esempio o sponsorizzazioni con valore eccessivo rispetto al valore di mercato: la prima revisione va in una direzione di respingerli. Saremmo il primo club a sottoscrivere il voluntary agreement: per quanto riguarda la trattativa, abbiamo incontrato la commissione a maggio, 20 giorni dopo il nostro insidiamento e post cambio di proprietà, e abbiamo ritenuto opportuno fare una deroga alle normali tempistiche rimandando di 6 mesi la presentazione dei nostri piani perchè fossero più ponderati e attendibili rispetto a quei 15 giorni. Avremo un appuntamento con la commissione nel mese di novembre, dove mostreremo i nostri piani dei prossimi anni per mostrare la nostra volontà di avere fatto investimenti importanti per riportarci ad un ottimo livello e rispettare i paletti del FPF che prevedono una perdita massima di 30 milioni. Credo che sul FPF dovremo abituarci al fatto che rimarrà, come credo l’UEFA debba progressivamente adattarsi: se dovessimo scoprire che gli eventi accaduti in estate a Parigi non dovessero essere registrati a bilancio con le modalità cui siamo sottoposti questo creerebbe tensioni, anche se nella chiacchierata fatta con Blanc mi ha assicurato che tutte e due le operazioni sono registrate a bilancio 2018. Sono confidente che il PSG rispetterà le norme».

STRATEGIA PER RIPAGARE IL FINANZIAMENTO DI ELLIOT – «Se riusciamo a sottoscriverlo, dovrà essere sottoscritto entro fine 2017: in questi 3 mesi che rimangono ci saranno i piani, le presentazioni, le discussioni con la UEFA, spero che la UEFA condivida le scelte strategiche che abbiamo fatto e ci porti a sottoscrivere questo accordo, con tutte le conseguenze che l’accordo porterà. Il rifinanziamento del debito con Elliott lo vorrei completare ad inizio 2018: abbiamo già avviato una serie di negoziazioni ed incontro con tutto il mondo finanziario ed economico, fondi, banche ecc, e sono fiducioso che questo possa avvenire entro la primavera a condizioni migliorative sia per il Milan che per la holding del Milan. Sulla posizione della squadra, scopriremo tutto solamente a fine maggio: sono molto fiducioso, spero che ci sia la possibilità di raggiungere, o attraverso l’Europa League o attraverso il campionato un obiettivo dichiarato. Ma se non dovessimo farcela non è che il Milan chiude i libri entro la fine dell’anno, dovremmo ovviamente adottare (e ho presentato all’UEFA dei piani che prevedono il fatto che non si giochi la Champions l’anno prossimo, o si giochi l’Europa League o non si giochino le competizioni, ma non succede la fine del mondo, anche se è un obiettivo, concreto, voluto e desiderato da tutti noi, nei quali siamo confidenti. Io direi che vogliamo portare a casa tutti i punti, ma c’è una cronologia per la quale il terzo fino a maggio non possiamo sapere se ce l’abbiamo fatta, sugli altri abbiamo risposta prima». 

MILANLAB – «Si, ci puntiamo e se ne parla meno secondo me perché è stato il primo in Italia ed è stata una intuizione tecnologica e di marketing tanti anni fa. Funziona molto bene, è uno strumento molto utile alla nostra società, ha una piattaforma e una base di dati straordinaria: sono stati monitorati tutti i nostri calciatori che sono passati di qui in questi anni, è importante nel rapporto tra società, parte medica della società, parte tecnico atletica della società, e in vista di quella che è la nostra possibile, auspicabile espansione ad Oriente e in Cina in particolare, il brand MilanLab potrebbe essere una delle potenziali chiavi di successo laggiù, perchè ho scoperto che in Cina è di assoluta popolarità, quindi l’utilizzo, lo sfruttamento e lo sviluppo anche sul piano commerciale, e non solo su quello tecnico di questo brand, potrebbe essere molto importante. Credo se ne tornerà a parlare come se ne parlava qualche anno fa».

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