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Florenzi, leader silenzioso che si sta prendendo il Milan in punta di piedi

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Il suo arrivo al Milan è stato in salita, complice anche l’infortunio, ma ora in punta di piedi Florenzi si sta prendendo la scena

Da Roma a Milano. Nuova sfida a trent’anni, di nuovo lontano da casa. Il ruolo no solo in campo non cambia: leader silenzioso. Rudi Garcia l’ha sempre chiamato il “coltellino svizzero”. Manca uno a destra? C’è Ale. Così in difesa, a centrocampo o come esterno.

INZIO NON FACILE  – Fa gol sotto la Sud e corre in tribuna ad abbracciare la nonna. Vede Ter Stegen fuori dai pali e cerca il pallonetto. C’è una palla alta in mezzo all’area e va in rovesciata. Florenzi è così, colpisce quando meno te l’aspetti. Nel 2016, in un Lazio-Roma 1-4, un suo gol costò a Stefano Pioli la panchina biancoceleste. Ora l’allenaotre rossonero se gode. L’inizio non è stato facile: un infortunio l’ha escluso dall’undici titolare dell’Italia campione d’Europa. Al Milan ha iniziato bene, ma un problema al menisco l’ha fermato quasi due mesi.

RIVINCITA – Tornato in campo il 20 novembre Calabria ancora ai box si è messo a disposizione della squadra con voglia di riscatto, rinascita e umiltà, senza mai una parola fuori posto e zittendo sul campo anche chi in estate non credeva in lui e pensava che fosse bollito. Ad Empoli è arrivato il primo gol in rossonero, nonchè primo su calcio di punizione in Serie A. L’unico infatti fino ad oggi era stato al Grosseto 9 anni fa, febbraio 2012, destro a giro alla Beckham dai 25 metri all’ultimo minuto, 2-2 finale. Nel post partita del Castellani ci ha scherzato: «prima non potevo neanche presentarmi sul pallone. Alla Roma c’erano Totti e Pjanic, a Valencia Parejo, al Psg poteva calciare anche Keylor Navas. Cosa ho portato al Milan? La chiacchiera». Scherzi a parte il numero 25 rossonero è sta entrando sempre di più dentro lo spogliatoio e nei cuori rossoneri.

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