HANNO DETTO
Galliani: «Gli anni del Milan e i giorni del Condor vi dico tutto»
Adriano Galliani ospite al Festival dello Sport si è raccontato ricordando gli anni al Milan e retroscena di mercato
Adriano Galliani ospite al Festival dello Sport si è raccontato ricordando gli anni al Milan e retroscena di mercato:
ALLEGRI SAREBBE STATO ESONERATO DA GALLIANI – «Ad Allegri voglio così bene che assolutamente no. Bisogna considerare la storia di ciascuno di noi. E’ arrivato al Milan, il primo anno ha vinto scudetto e Supercoppa Italiana. Nei quattro autunni si è sempre qualificato agli ottavi di Champions League. Quando va alla Juve ripete sempre questo. Vince tutti gli scudetti, ha sempre qualificato la squadra. Io credo che il passato di Allegri conta molto. Se alla Juve non va bene in questo momento forse ci sarà concorso di colpa di Allegri, ma non credo che la responsabilità sia sua. Lo sport è ciclico, vinci vinci vinci e poi c’è un momento in cui per un po’ non vinci più. Non dipende da chi gestisce in quel momento, è ciclico. E’ successo al Real Madrid, al Barcellona, al Manchester United, a Milan, Inter e ora alla Juventus. Non è colpa di nessuno. E’ la ruota che gira» .
GIOVANNI GALLI – «Arriva appena compriamo il Milan nel 1986. E’ stato un portiere bravissimo che ha avuto la fortuna di avere davanti una difesa incredibile. Va detto che quando ti arrivano pochi tiri in porta non è facile per un portiere»
SEBA ROSSI – «Psicologicamente è stato il portiere più forte che abbiamo avuto. Ogn prendevo un nuovo portiere, ma alla fine gioca lui. Era fortissimo di testa»
DIDA – «Dopo il petardo che lo colpì nel derby non fu più il primo portiere al Mondo. Ancora oggi vado a rivedere però i rigori della finale di Champions 2002-03 contro la Juve. Parò 3 rigori»
RETROSCENA FINALE DI MANCHESTER – «Giusto per ricordare la mia pazzia, parlando con uno psichiatra gli dissi “io quando rivedo l’ultimo rigore ancora oggi ho paura che Sheva possa sbagliare, cosa ne pensa? Mi disse: “lei è irrecuperabile»
SUPERCOPPA ITALIANA 2016 – «Il 23 dicembre 2016, Supercoppa Italiana con la Juve, parata incredibile di Gigio e poi un ragazzino che non aveva mai tirato un rigore che gioca ancora adesso, Pasalic, tira una sassata all’incocrocio e il Milan vince»
DONNARUMMA – «Di lui ricordo una cosa. Arrivò Bianchessi nel mio ufficio, mi disse c’è un portiere che è fortissimo, dobbiamo prenderlo sta firmando per l’Inter, dobbiamo prenderlo assolutamente. Io faccio un putiferio incredibile, aveva già fatto due o tre provini era pronto per firmare con l’Inter ma riuscimmo a portarlo da noi, aveva 14 anni. L’anno scorso all’Europeo è stato non il miglior portiere ma miglior giocatore dell’Europeo. Errori? Il calcio ha la memoria troppo corta, resta il miglior giocatore dell’Europeo»
BUFFON – «È stato vicinissimo ad essere un portiere del Milan. La mamma non volle non voleva che si allontanasse troppo e preferì Parma che era più vicina»
RETROSCENA LLORIS – «Tanti anni fa avevamo fatto tutto, arrivava dal Caen. Aveva firmato anche il contratto. Dovevamo aspettare solo che uscisse Abbiati per andare al Palermo. Un lunedi mattina arriva Abbiati che ha fatto i capricci che non voleva andare Palermo, saltò tutto»
TASSOTTI- «Oggi vedo tanti terzini e difensori che si fanno salatare e fanno andare l’ala verso la porta, ecco quando c’era lui a destra nonsi passava mai»
MALDINI – «È il Milan. Paolo è il Milan perchè il suo papà era il Milan. Le caratteristiche le conosciamo tutti, ma pensare che un papà nel 1963 alza la Coppa dei Campioni e nel 2003 40 anni dopo sempre in Inghilterra a Manchester, Paolo alza anche lui da capitano la Coppa dei Campioni è qualocosa che non è mai successo a nessuna squadra d’Europa. Quando arrivammo noi Paolo era in scadenza di contratto, poi è capitato anche altre volte ma Cesare mi garantiva sempre di star tranquillo che non lo avrebbe mai portato via dal Milan»
NUMERO 3 – «Noi abbiamo ritirato la numero 3 così come quella di Baresi, ma quella è ritirata per sempre, la 3 invece può essere indossata da un Maldini, mi auguro possa succedere ancora»
MALDINI AL MILAN DOPO L’ADDIO DI GALLIANI – «Io ho offerto a lui tutte le altre posizioni che non fossero la mia. E lui non ha accettato. Il mio posto non gliel’ho dato perché non sono così generoso e non volevo andare via dal Milan. Io offrii a lui anche la gestione del settore giovanile. Probabilmente magari non doveva succedere in quel momento, c’è il momento in cui devi entrare e devi andare via. E’ successo così, ora sta dimostrando di essere un grandissimo dirigente. Lo abbraccio ad ogni partita, affetto sincero e sono felice per lui»
MALDINI IL CONDOR DEL FUTURO – «Lascio volentieri a lui questo ruolo. Non ricordo chi mi ha dato questo soprannome. Comunque gli ultimi due colpi del condor sono: estate 2021, ultimo contratto depositato, quello di Marrone. Contratto depositato agli ultimi secondi. Segnò contro il Pisa ai playoff. Quest’anno il colpo del condor è Armando Izzo depositato alle 19.58»
BARESI – «Farina ha fatto tante cose che non andavano bene, ma avrebbe potuto vendere Maldini e Baresi e non l’ha fatto. Baresi ha vinto lo scudetto della stella, è rimasto al Milan negli anni 80 quando il Milan è andato due volte in Serie B, non ha mai voluto andare via. Nel calcio di oggi sono cose che non potrebbero mai succedere. A quei tempi non avevi paura di perdere certi giocatori»
ANCELOTTI – «Ancelotti giocatore prima ed allenatore poi. Carlo in campo era straordinario, Sacchi nonostante gli acciacchi convinse me ed il Presidente Berlusconi a prenderlo. La Roma lo cedette perché pensava fosse a fine corsa. Giocatore e persona meravigliosa, rimane un grande rapporto fra lui e noi. Alla Juventus da allenatore arrivò secondo, non era considerato un vincente. A cavallo del 2000 infatti chiuse alle spalle di Lazio e Roma. Parlai con Ancelotti quando da noi in panchina al Milan c’era Terim. Non andò benissimo, ecco perché andammo su Carlo Ancelotti. Fece cose eccezionali con i rossoneri».
KAKA – «Ricordo che dopo il primo allenamento con Kakà mi chiamò e mi disse che era un fenomeno. Al tempo avevamo anche Rui Costa. Unica telefonata di un giocatore intelligente nel corso della mia carriera ricevuta proprio da Manuel che mi disse che doveva andare via perché Kakà era troppo più forte»
NUMERI 10 – «Vi racconto questa cosa di Baggio: arriva da noi nel 1995, ma avevo già il contratto firmato nel 1990. E’ un rimpianto che ho. E’ arrivato nel 1995, mi spiace aver perso cinque anni di Baggio in quel Milan. Gullit era più una seconda punta che un numero 10. Ronaldinho? Lo picchierei quando lo vedo. Aveva una classe infinita, lui e Ronaldo adoravo vederli in allenamento. Dinho, come molti brasiliani, era troppo appassionato cose extra campo. La classe pura di Ronaldinho è inarrivabile. Abbiamo avuto anche Rivaldo, altro giocatore immenso, ma anche a lui piaceva la bella vita»
ZIDANE e DUGARRY – «Avevamo Savicevic. Berlusconi, ogni tanto parlando con Braida, gli diceva che era andato a Bordeaux e prese Dugarry invece di Zidane. Ma noi avevamo Savicevic. Vi racconto questa cosa su Zidane: il Real prima ci aveva chiesto Sheva, ma Berlusconi disse di no e così andarono a Torino a prendere Zidane»
VAN BASTEN E PIPPO INZAGHI – «Pippo è l’unico giocatore al mondo che a un metro dalla porta tirava di piatto e segnava di testa. Pippo è la persona più forte mentalmente che esiste. Lui non aveva il talento di alcuni grandi come Van Basten, ma era maniacale. Sapeva tutti i movimenti dei difensori, Pippo è il contrario di Ronaldinho e quella gente lì. Da fuori area non segnava mai, ma era troppo forte di testa e per questo ha segnato tantissimo»
VAN BASTEN – «È il più grande giocatore che abbiamo avuto»
PATO E TEVEZ – «Non mi fate domande su questo…(sorride, ndr)»
DYBALA – «Mai cercato Icardi, mentre Dyabla lo volevamo veramente al Monza. Abbiamo parlato con il suo procuratore che è stato a casa mia. Lo abbiamo seguito e cercato, ma ci ha detto di no. Io ci ho provato. Ho parlato con il suo agente e gli ho detto che lo volevamo vedere quando tornava da Miami, ma non ha mai aperto alla possibilità di andare al Monza»
MILAN MONZA – «Da San Siro il Duomo di Monza ci vuole troppo tempo. Il mio affetto per il Milan è immutato, esulto ancora tantissimo, forse anche troppo. Starò al mio solito posto a San Siro. Sono tifoso del Monza e del Milan perchè 31 anni di Milan non si possono dimenticare. Agli amici su Whathsapp mando sempre tre cuoricini: uno bianco, uno rosso e uno nero. Domenica era a San Siro per Milan-Napoli, i rossoneri non meritavano di perdere»