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Galliani: «Ibra come Altafini. Scudetto? Sono scaramantico»

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Adriano Galliani ha parlato in occasione della presentazione del libro di Peppe Di Stefano. Queste le sue parole

Adriano Galliani ha parlato in occasione della presentazione del libro di Peppe Di Stefano. Queste le sue parole raccolte da Calciomercato.com :

MILANELLO – «Milanello ha un’aura meravigliosa, io incrocio le dita perché tifo Milan, mi è rimasto ovviamente nel cuore. Sono scaramantico, non dico niente ma stanno facendo un bel lavoro. Pioli è stato fantastico, ha cambiato gli orizzonti con questo 4-2-3-1. Non è giusto fare paragoni, ha avuto il merito di mettere tutti i giocatori nel ruolo giusto».

IBRAHIMOVIC – «Ibra è questo, io mi ricordo che Altafini entrava negli ultimi 10 minuti ed era ancora decisivo… Ibra può dare ancora tanto nella qualità piuttosto che nella quantità».

GRUPPO – «Ora io sono fuori e non la vivo dall’interno, ma mi sembra che si sia creato un bel gruppo e che ci siano molte analogie con il Milan di quegli anni. Maldini? Lo vedo molto bene. Abbiamo incontrato Paolo 18enne, ero amico di suo padre e la dinastia dei Maldini è qualcosa di unico, come il colore rossonero».

SERIE B – «Il Benevento ha una partita da recuperare, penso che vincerà e lo considero a 54. In tre punti ci sono sei squadre, è qualcosa di incredibile, una partita può cambiare tutto. La Cremonese a mezz’ora dalla fine dell’ultima partita era dietro di noi…»

MONZA-MILAN – «​Quello è un sogno, assolutamente sì. Il cuore si divide, ma sarebbe meraviglioso disputare la partita, poi che vinca il migliore. Riproporla in estate al trofeo Berlusconi? L’abbiamo fatto con la Juve quest’anno… È difficile far coincidere le date, l’anno prossimo il campionato inizierà prestissimo per il Mondiale. Sarebbe bellissimo».

TONALI –  «E’ un mediano, ma non è Pirlo. Tonali secondo me, ora dico un’eresia, somiglia più a Gattuso che Pirlo. È un giocatore diverso, buonissimo. Lo vedo un grande mediano, ruba un sacco un di palloni come faceva Gattuso. Un giocatore top, perfetto nel centrocampo a 2 e non nel centrocampo a 3. Il mio sogno sarebbe stato quello di fare l’allenatore, ma mi è toccato fare il dirigente (ride, ndr). Giocare a due o a tre a centrocampo è diverso».

LEAO – «Penso che se acquisisce un po’ più di, non so come definirla, determinazione può diventare uno dei migliori giocatori al mondo. Potenzialmente ha tutto per diventare un top mondo, ma per diventare un top mondo hai bisogno di tante cose che io auguro a Leao, che è giovanissimo, di poter avere nel futuro e vincere con la maglia rossonera. Per diventare top mondo devi avere tante cose. Lui è molto giovane, speriamo che riesca ad arrivarci».

PARAMETRI ZERO – «Non è giusto dire così verso la nuova dirigenza. Dobbiamo renderci conto che il campionato inglese o alcune spagnole, fatturano 4 volte il Milan. Nel ’90 quando Van Basten, quando gli scade il primo triennio, a Barcellona c’era il maestro di Van Basten, Cruijff, e noi siamo riusciti ad offrire più soldi del Barcellona, altrimenti perdevo Van Basten. Non era a parametro zero ma si pagava un parametrino di due milioni di franchi svizzeri… Chiamiamolo lo stesso zero. Adesso pre pandemia il Barcellona 1 miliardo di euro… Erano altri tempi. È così».

PROCURATORI – «In quel Milan lì c’erano tanti giocatori cresciuti nel settore giovanile, tanti giocatori lombardi… Capisco che per uno straniero, con tutto il rispetto per gli stranieri, giocare nel Milan o nell’Inter è esattamente la stessa cosa. Ricordo con nostalgia con Cesare Maldini: discutevamo tanto degli ingaggi di Paolo, e magari per mesi non trovavamo l’accordo. Ma Cesare entrava col suo procuratore e mi diceva: “Adriano tranquillo che non lo porto via”. E quando finivamo l’incontro e non trovavamo l’accordo Cesare andava via dicendo “Tranquillo che non lo porto via”. Adesso i procuratori di oggi ti dicono “Tranquillo che lo porto via” (ride, ndr)»

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