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Galliani sulla demolizione di San Siro: «Un dolore, ma non si può fare altrimenti»
Anche l’ex ad Galliani sposa l’idea di Milan e Inter di costruire un nuovo stadio al posto di San Siro. Ecco le sue motivazioni
In queste ore si parla molto del progetto di Milan e Inter di costruire un nuovo stadio sulle ceneri di San Siro, che verrebbe quindi demolito per far posto all’impianto più moderno. Oggi anche il sindaco Giuseppe Sala sembra ormai rassegnato all’idea nonostante le proteste di buona parte dei tifosi e anche l’ex ad rossonero, Adriano Galliani, sembra sposare in pieno i piani dei due club anche se in una intervista al Corriere della Sera conferma il suo legame affettivo con il Meazza.
«Non posso negare che a livello romantico per chi come me andava allo stadio da ragazzo, l’ipotesi della demolizione o semplicemente dell’abbandono di San Siro sia un grande dolore. – ha detto Galliani – Essendo lo stadio una componente essenziale per consentire ai due club milanesi di tornare ai fasti di un tempo non posso non condividere la linea che Milan e Inter si debbano dotare di un nuovo impianto. L’ammodernamento di San Siro costringerebbe i club a emigrare in un’altra città per disputare le partite. Si parla tanto dello Juventus Stadium ma i bianconeri poterono beneficiare, nell’attesa della sua costruzione, di un impianto già ristrutturato grazie all’Olimpiade invernale. La soluzione non è ripetibile a Milano. Perciò la decisione più logica è progettare uno stadio nuovo nell’area adiacente a San Siro, perfettamente servita dalla metropolitana e da un sistema viario funzionale. La demolizione è materia su cui si dovrà esprimere l’amministrazione comunale. Potrà abbatterlo, modificarlo, utilizzarlo per eventi non calcistici. Dico questo da tifoso del Milan, da cittadino milanese e da grande appassionato di calcio senza voler influenzare decisioni che competono al Comune e alle due società. Considerando che fu costruito nel 1926, i lavori per abbellirlo sarebbero enormi. E continuare a organizzare partite in un cantiere a cielo aperto comporterebbe pesanti problemi di sicurezza».