Ganz: «Calcio femminile merita il professionismo, dobbiamo arrivarci»
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Ganz: «Calcio femminile merita il professionismo, dobbiamo arrivarci»

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Ganz parla di Milan, della sua squadra femminile, di ciò che vorrebbe cambiare ma anche di tante cose positive riscontrate nell’ambiente

Ganz a tutto tondo come si suol dire in questi casi, l’ex attaccante rossonero ed ora nuovo allenatore della squadra femminile, ha parlato a Gazzetta dello Sport, toccando tutti i temi della sua carriera ma non solo: «Mia mamma alla fine degli anni Settanta aveva creato una squadra: giocava in porta, mia sorella in attacco, io facevo il guardalinee. Incontravamo le squadre dei paesi durante le sagre. La mia storia con il calcio donne è cominciata molto tempo fa». 

MOTIVAZIONI PRIMA DI TUTTO – «Se qualcuno mi ha detto ‘chi te lo fa fare’? Molti. Ma dove vai, che cosa ti salta in testa di allenare le donne. Però io ero convinto della mia scelta e sono motivatissimo. Il movimento sta crescendo, adesso è importante continuare ad avere spazio sui giornali, magari giocare negli stadi di A. Speriamo di avere entro cinque, sei magari dieci anni, un campionato tutto di A». 

IL LIVELLO SI ALZA – «L’anno scorso hanno giocato praticamente Juve, Fiorentina, Milan. Questa volta ci sarà anche l’Inter, ci saranno la Roma, il Sassuolo, il Verona. Il livello si è alzato. Tutti sognano di vincere lo scudetto, anche noi. Le ragazze con il loro atteggiamento mi stanno dando grandi soddisfazioni. Poi sto aspettando qualche giocatrice, Lady Andrade, un grande talento, si è appena aggregata. Vedremo se saremo all’altezza delle altre squadre, ma sono felice». 

GRANDE DETERMINAZIONE – «Al Mondiale i tifosi italiani hanno cominciato a guardare le partite per curiosità e poi hanno tifato, perché la maglia è sempre quella. Le ragazze sono delle professioniste instancabili: io al Milan ho conosciuto un gruppo di guerriere, hanno un atteggiamento che nei maschi a volte manca. Quando finisco l’allenamento non vedo l’ora di essere al giorno dopo. Con gli uomini non mi succedeva, le ragazze trasmettono un’energia diversa. Si può migliorare tecnicamente o tatticamente. Fisicamente le ho trovate formidabili». 

ARRIVARE AL PROFESSIONISMO – «Dobbiamo arrivarci. Assurdo che una giocatrice firmi un contratto per due anni e non possa andare altrove in Italia, però dall’estero te la possono portare via quando vogliono. Il professionismo è d’obbligo per la tutela delle ragazze e delle società. E si aprirà un mercato anche qui. Se una è brava e vuole andare al Real o al Barcellona ci sarà qualcosa anche per il club. Bergamaschi e Giacinti erano richieste da Chelsea e Real Madrid: non sono andate via, ma avrebbero potuto. Non si possono fare campionati professionistici con ragazze inquadrate come dilettanti».

SU PIATEK- «Capitano momenti così. A volte ti tirano addosso e fai gol, in altri periodi tiri centomila volte e la palla non entra. Passerà, non ho dubbi su Piatek. Anch’io ho avuto periodi così. Ai miei centrocampisti dicevo: non la becco mai, quindi tiratemi addosso, anche la deviazione vale».

RICORDI DI GANZ CALCIATORE – «Ricordi? Lo scudetto del ‘99 e il derby del ‘97-98. Passare in una settimana dall’Inter al Milan, segnare e fare una grande partita, non era semplice. Sono passato da Inter a Milan perché loro non mi prendevano in considerazione e il Milan aveva bisogno di un attaccante. Ho indossato 13-14 maglie ma in fondo una sola: quella della correttezza, del dare sempre il 100 per 100.

SU ICARDI- «Secondo me deve riscoprire se stesso e la sua passione: non poter giocare, non potersi allenare come gli altri non è facile. Mauro è un goleador fantastico. Gli direi di scegliere bene la prossima maglia e spero di rivederlo presto in campo. E’ stato e sarà uno dei migliori centravanti del mondo». 

 

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