Editoriali
Gattuso aveva ragione: questo Milan può giocare solo “da provinciale”
Gennaro Gattuso poco prima di venire esonerato dal Milan ha detto una frase “profetica” che oggi, più che mai, torna attuale
Gennaro Gattuso nei giorni precedenti il suo esonero, poi arrivato a campionato chiuso, ha detto una frase “profetica” che oggi torna nuovamente attuale «Non so se sia facile migliorare i 68 punti di quest’anno». Rino a questo c’è arrivato prima ancora di Maldini, Gazidis, Giampaolo e tutti gli altri soggetti che hanno contribuito alla costruzione di questa disastrosa stagione.
Il Milan, questo Milan, è una squadra sopravvalutata sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista tattico. Una formazione capace di giocare solo alla “maniera di Gattuso”: molto più bassa, tutti dietro la linea della palla e che può sprigionare le proprie “doti” offensive solo attraverso le ripartenze. La mentalità di una provinciale insomma anche perché le qualità tecnico-tattiche dimostrate dai singoli in questo avvio di stagione non sono di altro spessore. Via il fioretto e dentro la sciabola, come ha sempre fatto Gattuso e come non sono riusciti a fare Giampaolo prima e Pioli poi.
Proprio Giampaolo e Pioli, semplici simulacri di una rivoluzione concettuale sbagliata sul nascere, sono e saranno i capri espiatori di una dirigenza e di una proprietà che, più di tutti, questa squadra (nonostante i segnali fossero tanti) non l’ha ancora saputa leggere.
Donnarumma, Romagnoli e Theo Hernandez sono forse gli unici Top Player che in questo momento il Milan può vantare di avere in rosa; al contrario i vari Biglia, Conti, Calabria, Kessié, Calhanoglu e Suso ad oggi difficilmente troverebbero spazio in compagini alla vigilia meno attrezzate di quella rossonera ma che oggi le stanno davanti in classifica (Atalanta, Fiorentina, Lazio e Roma per citare le più palesi). Gattuso da uomo di calcio di provincia diventato Campione del Mondo questo l’ha capito, ora è il caso che ne si prenda coscienza tutti quanti: questo Milan può giocare solo da provinciale, lasciamo il “bel gioco” a chi ha le qualità per farlo.