Milanello
Gattuso sfiduciato? Sentite Calhanoglu: «Con Montella non c’era dialogo. Gattuso ha saputo darmi la scossa»
Hakan Calhanoglu, uno dei giocatori maggiormente valorizzati dal cambio in panchina, parla del proprio rapporto con l’ex tecnico Vincenzo Montella e con quello attuale Gennaro Gattuso
Nei giorni seguenti alla sconfitta contro il Benevento in tanti hanno già urlato all’errore madornale da parte della società rossonera nell’aver rinnovato con 6 giornate dalla fine del campionato il contratto dell’attuale tecnico Gennaro Ivan Gattuso. Un triennale che avrà valenza contrattuale ma che, stando al patto stretto col tecnico a Casa Milan (LEGGI QUI ACCORDO GATTUSO-MIRABELLI), non vincolante al punto da rischiare di diventare un peso per il Diavolo. Un peso come, per molti versi, fu Vincenzo Montella autore di una stagione al di sopra delle aspettative nella stagione d’esordio ma totalmente disastroso nell’anno della consacrazione chiudendo la propria avventura al Milan al decimo posto, ereditato poi proprio da Gattuso (attualmente sesto).
A controprova della fiducia risposta nei confronti del tecnico da parte di società e giocatori, vi proponiamo le parole di Hakan Calhanoglu rilasciata alla rivista rossonera “Forza Milan!”: «La prima cosa che posso dire è che dopo la squalifica di quattro mesi avevo bisogno di giocare un po’ per arrivare ad avere una buona condizione fisica. Però, se non comunichi è difficile e Montella non parlava inglese ma solamente italiano. Certamente conosco il calcio, so che posizione devo tenere in campo e come comportarmi durante gioco, ma ho bisogno di sentire anche l’appoggio di un allenatore che parli con me. Gattuso mi ha dato molta fiducia perché aiuta e comunica molto: mi ha sempre detto di liberare la mente e di giocare il mio calcio, credendo nelle qualità che ho e che, così facendo, i risultati sarebbero venuti da soli».
Le prestazioni di Calhanoglu dopo l’arrivo di Gattuso sono state l’esempio più lampante del cambio di marcia effettuato dal Milan dopo la sostituzione in panchina. Autore di una prima parte di stagione deludentissima, Calhanoglu ha ritrovato con Gattuso una condizione fisica accettabile e una posizione in campo finalmente utile dal punto di vista tattico arrivando persino a diventare uno degli acquisti più azzeccati della passata stagione estiva. «Il primo viaggio per Milano lo feci in aereo – continua il fantasista turco – Pensavo a un nuovo calcio, al mio nuovo club, ai nuovi compagni. È un grosso cambiamento approdare in un club come il Milan, una società con grande storia. Andare a Milanello e pensare a quali grandi campioni sono stati lì, come Maldini o Gattuso mi riempiva la testa. L’impatto non è stato facile perché vivevamo in albergo, ma anche per via della lingua: parlare e comunicare con i compagni di squadra non era facile. Ora sono contento, capisco gli altri e riesco a parlare con loro, mi piace la cultura italiana, le persone sono molto cordiali». Merito anche (e soprattutto) di Gattuso.