Juventus Milan: le parole di Gattuso nella conferenza stampa della vigilia
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Gattuso: «Sto cercando qualcosa di nuovo. Dobbiamo rincorrere come prima»

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Gattuso alla vigilia di Juventus-Milan sottolinea il difficile momento della squadra e ritiene che debba tornare a giocare con grinta

Il tecnico Gennaro Gattuso ha così parlato in conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Milan: «Arrivare ad aprile al quarto posto è un fatto importante, ma dobbiamo pensare al presente. Dopo il derby stiamo facendo fatica, ma dobbiamo mettere da parte queste cose. Sento tante chiacchiere: è l’ultima volta che parlo di Leonardo e Maldini. Non c’è nulla, si lavora solo per un obiettivo. Si parla con i dirigenti come fatto tutti: queste chiacchiere rimangono nello spogliatoio, ma io vi assicuro che a livello professionale sto bene. In questo momento ho solo un problema, dopo il derby non siamo brillanti e si è inceppato qualcosa. Un po’ ci siamo smarriti. Questa partita arriva a pennello, domani abbiamo una grande occasione. Se riusciamo a fare un risultato positivo, può darci molto a livello mentale».

Sulla partita con la Juventus: «Abbiamo provato diverse cose. Dobbiamo mettere in campo una squadra che dà garanzie, si tocca con mano che c’è nervosismo e ci irritiamo facilmente. I giocatori ci tengono, bisogna farli stare tranquilli. Mancano ancora otto partite, la Juve insegna tutto questo, dopo la partita contro l’Atletico. Quella gara gli ha cambiato la stagione, a livello mentale sono totalmente un’altra squadra».

Se la vittoria può essere un’impresa: «Si può vincere. Chiamatela impresa o come volete. Noi dobbiamo riuscire ad essere tranquilli. Ho sentito dire che Leonardo mi ha impedito di giocare in un certo modo, ma sono chiacchiere da bar. Contro l’Udinese dovevamo vincere a tutti i costi. Mi avete sempre rinfacciato Paquetà, che doveva giocare davanti con due punti. Potevamo osare di più, poi è arrivata la sfortuna. La partita l’abbiamo preparata martedì mattina. Ci sta che qualcuno dica che non l’abbiamo preparata, ma sono scelte mie. Domani serve tutto, a livello tattico e di personalità».

Sugli infortunati: «Kessié si è allenato con noi, Romagnoli ha avuto la febbre ma sta bene. Conti sarà con noi settimana prossima, così come Donnarumma. Per Paquetà è un po’ più lunga. Calhanoglu? Non ha nulla, si è allenato».

Sulla Juventus: «Testa alla Champions? No. Ed è la loro forza. La Juve è impressionante, hanno giocatori che indossano la maglia da tantissimi anni»

Se gli infortuni possono ricompattare il gruppo: «La storia dice che in qualche modo siamo sempre usciti dai momenti di difficoltà. Dobbiamo fare in fretta a cancellare il derby, era la partita più importante degli ultimi anni. Basta, è finita, dobbiamo guardare avanti e tirar fuori tutto quello che abbiamo. La differenza è racchiusa in due immagini: quella dell’1-1, dove prendiamo gol in contropiede e settimane fa non sarebbe mai successa. La seconda immagine è il miracolo di Calhanoglu al 94′. In questo momento dobbiamo avere il veleno e tornare a rincorrere come prima. Prima non pensavamo all’errore».

Sulle energie che basteranno a fine mese: «Penso di sì. Al momento serve un episodio che ci faccia tornare vivi e faccia tornare l’entusiasmo. Può esserci una svolta»

Sulle avversarie al quarto posto: «Non siamo gli unici che fanno fatica, tranne l’Atalanta. La Sampdoria vince con noi e perde a Torino, la Lazio vince a San Siro e perde a Ferrara. In questo momento c’è equilibrio. Siamo fortunati, siamo ancora al quarto posto»

Sulla squadra lunga: «Mi avete detto che ero un catenacciaro. Mi avete paragonato a quella buonanima di Rocco. Vado alla ricerca di qualcosa di nuovo, è per questo che non farei un discorso di attaccanti o di numeri. Contro l’Udinese non sembrava una mia squadra. Per fare qualcosa di diverso, ogni tanto sto sbagliando qualcosa anche io»

Sui cambiamenti: «Io so che se cambiamo qualcosa possono venire fuori dei difetti. In questo momento non ci riesce tutto questo»

Sugli aspetti positivi: «Mi è piaciuto il secondo tempo contro la Sampdoria. Quella voglia mi è piaciuta molto, dobbiamo ripartire da lì»

Sul suo futuro: «Ho due anni di contratto ancora. Il mio futuro è testa a quello che dobbiamo fare oggi. L’altro giorno non sono stato bravo a tenermi quella risposta, è venuto un polverone. Il mio futuro è qui, per raggiungere gli obiettivi di questa società»

Sul bel gioco: «Non so cosa dire, non voglio passare per presuntuoso. Non so cosa vuol dire giocar bene o giocar male. Sì, non facciamo tutto per il verso giusto, ma è un momento così».

Sulle prestazioni delle ultime partite e le prospettive per domani: «Non so che garanzie ci sono di non ripetere le ultime prestazioni. Giochiamo contro una squadra che ha già vinto il campionato, ci sono tutte le componenti per far bene. Giochiamo contro una squadra fortissima, ma possiamo fare bene. Non devo stuzzicare i giocatori. Abbiamo tutte le carte in regole per fare una buona partita».

Sul suo momento: «Sto vivendo non benissimo questo momento, c’è rammarico e grandissima delusione: la bocca buona me l’ero fatta anche io, ma ho voglia e rabbia di ripartire. Non sono nervoso, ma arrabbiato e deluso: abbiamo il dovere di crederci e fare qualcosa di positivo, fare meno danni possibili. Ho voglia di raggiungere l’obiettivo, di arrivare in Champions»

Sul Milan di due mesi fa: «Contro l’Udinese, dove potevamo osare qualcosa di più, ho deciso di cambiare, mettendo le due punte e il trequartista. Ma il problema è come affrontiamo le ultime partite, non il modulo o la tattica»

Sulla sfida con Allegri: «A Perugia Max è stato il mio capitano, poi ho lavorato due anni con lui. Già da giocatore si faceva voler bene. E’ un uomo molto positivo, non si piange mai addosso e riesce sempre a sdrammatizzare. Su tante cose è l’opposto di come vivo io questo lavoro, qualcosa mi è rimasto. Non l’ho mai visto arrabbiato. Ha sempre avuto il coraggio di lanciare i giovani, quando non c’era Seedorf giocò Merkel. Kean ha grande talento, ma va lasciato tranquillo. E’ un 2000, deve volare basso e migliorare dove ha miglioramento»

Sulle questione razzismo, Kean e Bonucci: «In Italia non si può parlare di nulla, bisogna pensare al suo orticello. Bisogna andare a leggere bene cosa ha detto Bonucci. Chi è più grande di te ti dà un consiglio, ma ho letto in maniera positiva le parole di Leo»

Se una grande prestazione può bastare a vincere: «Può essere che non basti. A casa mia si dice che bisogna lasciar dormire il cane che dorme. Io posso accendermi dopo un secondo, ma in certi momenti non serve far vedere alle telecamere di essere grintoso. E’ un dato di fatto che attraversiamo un momento negativo, ma non devo spaccare tutto. La strada è capire le cose che non stanno funzionando. Da giocatore, ma anche ora, mi gasavo per ogni partita, non serve giocare contro la Juventus. La Juve ha una dote, non molla mai. Anche quando avevamo più qualità, non mollavano mai. Tutto questo è rimasto. C’è grande rispetto della Juve, è una società con un DNA incredibile e vincente. Mi auguro che il Milan riesca a fare la stessa cosa».

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